giovedì 17 giugno 2010

Le nuove stelle della politica italiana - Gianni Alemanno


L’importante non è cadere ma sapersi rialzare. E’ questo il motto che sembra caratterizzare la vita politica del protagonista della storica vittoria che ha portato per la prima volta il centrodestra alla conquista di Roma. Il merito della caduta della città simbolo del predominio amministrativo del centrosinistra negli enti locali va ascritto a Gianni Alemanno che ha saputo rialzarsi e vincere dopo l’esito tutt’altro che positivo della sfida con Walter Veltroni. Nato il 3 Marzo 1958 a Bari, il caparbio Gianni è un militante politico di lungo corso. Fin da giovanissimo infatti fa politica attivamente nelle scuole e nelle università romane. Nonostante sia nato nel capoluogo pugliese, vive, lavora e fa politica a Roma dal 1970. Dopo aver frequentato il liceo scientifico “Augusto Righi”, si laurea in Ingegneria per l’ambiente e il territorio, iscrivendosi successivamente all’ordine degli ingegneri della provincia di Roma, settore civile ed ambientale. Negli anni Ottanta è uno dei leader della corrente rautiana del Fronte della gioventù insieme a Marco Valle, Riccardo Andriani, Flavia Perina, Antonello Ferdinandi, Paola Frassinetti e Fabio Granata che si contrapponeva all’ala almirantiana guidata da Gianfranco Fini. Nel 1982 il militante missino diventa segretario provinciale del Fronte della gioventù a Roma mentre nel 1988 raccoglie il testimone da Gianfranco Fini alla carica di segretario nazionale del movimento giovanile del Msi. Il neo segretario resta in carica fino al 1991, caratterizzando la sua leadership verso una più spiccata linea movimentista attraverso la ripresa di tematiche sociali e filo nazionali. Nel 1990 il salto nell’agone politico con l’elezione al consiglio regionale del Lazio. Sono gli anni della svolta di Fiuggi in cui il consigliere regionale missino, insieme ad altri dirigenti del movimento sociale, decide di fondare Alleanza nazionale abiurando le vecchie posizioni estremiste in favore di una destra liberale, nazionale e conservatrice. Nel 1994 l’esponente aennino viene eletto per la prima volta alla Camera dei deputati, vincendo nel collegio 19 della circoscrizione Lazio 1. Nello stesso anno arriva la nomina a dirigente del Dipartimento per le politiche del volontariato e dell’associazionismo di An. Rieletto alla Camera nel 1996, l’attuale sindaco della Capitale fonda, insieme a Francesco Storace, l’associazione Area e da quel momento si impegna alacremente nell’associazionismo culturale e nel volontariato, contribuendo a promuovere diverse iniziative non profit, fra cui l’associazione Area della quale ancora oggi è membro all’interno del comitato di direzione. Fra le altre associazioni di cui è promotore figurano inoltre il gruppo ambientalista “Fare verde”, l’ong per la cooperazione internazionale “Movimento comunità”, l’associazione di volontariato “Modavi” e la fondazione “Nuova Italia”. Nel 2000 il parlamentare aennino viene scelto come responsabile organizzativo per la campagna elettorale di Francesco Storace, che riesce a battere il governatore uscente del centrosinistra Piero Badaloni. L’anno seguente è il responsabile del programma politico del candidato sindaco a Roma del centrodestra Antonio Tajani. Alle elezioni politiche del 2001 arriva la rielezione alla Camera dei deputati nel collegio 21 della circoscrizione Roma 1. Ma la svolta arriva all’indomani del ritorno di Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi. Il premier assegna ad Alemanno il ministero delle Politiche agricole e forestali. Diverse le battaglie ambientaliste condotte dal neo ministro, fra cui il costante impegno a favore delle coltivazioni biologiche e la difesa dei prodotti nazionali. Nel 2003 è promotore e presidente della prima conferenza euro-mediterranea sulla pesca e sull’agricoltura, nel corso della quale vengono definite nuove regole per difendere gli interessi dei pescatori e degli agricoltori. Nel 2004 il titolare delle Politiche agricole viene nominato vicepresidente di Alleanza nazionale insieme ad Altero Matteoli e Ignazio Larussa. Nel 2006 Gianni Alemanno viene indicato dal centrodestra come candidato sindaco sulla poltrona più alta del Campidoglio. Una vera e propria missione impossibile se si considera che dall’altra parte c’è il sindaco uscente Walter Veltroni, in quel momento all’apice della popolarità e del consenso. L’aspirante primo cittadino del centrodestra non si scoraggia e conduce una campagna elettorale finalizzata a mettere in luce le pecche e le mancate promesse dell’amministrazione comunale uscente, raccogliendo il 37,1% mentre Veltroni viene riconfermato sindaco. Due anni dopo ecco l’inatteso colpo di scena! Le dimissioni anticipate del leader del Pd, candidatosi contro Berlusconi alle politiche, portano l’Urbe nuovamente alle urne. Il neonato Pdl decide di ridare fiducia al leader dell’opposizione in consiglio comunale che, da parte sua, incentra la nuova campagna elettorale, il cui slogan è “Roma cambia”, sulla voglia di rinnovamento dell’elettorato romano. Il primo turno vede il candidato del Pdl al 40,7%, dietro a Rutelli che riporta il 45,8%. Pur non siglando apparentamenti ufficiali in vista del ballottaggio, all’esponente pidiellino giunge il sostegno de La Destra di Storace e della Rosa Bianca guidata da Baccini. Il 28 Aprile è una data storica. Con 783225 preferenze, ovvero il 53,6%, Alemanno diventa il primo sindaco di centrodestra della Capitale, spezzando la filiera delle giunte di centrosinistra susseguitesi quasi ininterrottamente dal 1976. Una vittoria forse addirittura più bella e inattesa rispetto alla netta affermazione di Silvio Berlusconi alle concomitanti elezioni politiche. Per la prima volta, infatti, la coalizione capitanata dall’ex leader di Forza Italia guida contemporaneamente Roma e Milano. Fra le prime decisioni assunte dall’inquilino del Campidoglio vanno segnalate la dotazione di armi da fuoco ai vigili urbani, l’accordo con il ministro degli Interni Maroni volto alla dislocazione di trecento militari per presidiare quartieri e stazioni periferiche, l’avvio dei lavori di completamento della nuova tangenziale est a Tiburtina. Intanto l’infaticabile Gianni continua a darsi da fare senza sosta per la modernizzazione e la risoluzione delle tante criticità che attanagliano la città eterna in attesa di conoscere il suo avversario nella tutt’altro che semplice sfida per la riconferma alla guida della giunta comunale. Nonostante manchino ancora tre anni, la domanda che tutti si pongono è : riuscirà il sindaco di Roma a dimostrare che la vittoria del 2008 non è stata una semplice parentesi nella vita politica ed amministrativa della Capitale?

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