mercoledì 23 giugno 2010

Le (nuove) stelle della politica italiana - Sergio Chiamparino


Una vita da mediano. E’ questa la metafora che sembra calzare a pennello per descrivere la vita politica e la carriera di Sergio Chiamparino, uno dei nomi più gettonati per la futura leadership del Partito democratico. Nato nel 1949 a Moncalieri, l’uomo forte del Pd al liceo preferisce il diploma da sommelier, al quale segue l’iscrizione alla facoltà di Scienze politiche presso l’Università di Torino, dove il giovane Sergio si appassiona alla ricerca lavorando come compilatore di questionari. Nel frattempo arriva il Sessantotto ed il poco più che ventenne universitario non nasconde una certa diffidenza nei confronti delle elite studentesche del movimento :” Sulla scelta politica di campo hanno influito un po’ le tendenze familiari, ma soprattutto l’ambiente di fermento culturale che si viveva in quegli anni. "Ho visto nell’allora Partito comunista – spiega il sindaco di Torino – una grande risorsa attraverso la quale raggiungere quegli obiettivi di maggiore giustizia sociale che in fondo erano quelli che ci animavano. Non sono pentito di quella scelta. Al contrario. Ho semmai il rimpianto di non essere stato capace di fare a sufficienza battaglie politiche su questioni che sentivamo, ma che esorcizzavamo, a cominciare dalla realtà dei paesi comunisti. Avrebbe forse fatto bene anche al partito”. Intanto la carriera di ricercatore prosegue indisturbata fino al 1975, quando decide di dedicarsi alla politica, candidandosi al consiglio comunale di Moncalieri. La prima avventura elettorale viene vinta senza problemi ed il neo consigliere diventa capogruppo del Pci in comune. La crescente visibilità e la capacità dimostrata nella veste di consigliere comunale valgono al Chiampa, come lo definiscono bonariamente amici e simpatizzanti, la promozione a responsabile del dipartimento economico del Pci a Torino, a cui segue la nomina a consulente economico della delegazione Pci presso il Parlamento europeo. Proprio la competenza acquisita sui temi del lavoro e dei diritti sociali gli consentono di arrivare alla segreteria regionale della Cgil, dove rimarrà per due anni dal 1989 al 1991. Lasciato l’incarico sindacale, torna al suo vero, grande amore : l’attività politica. Il ritorno alla militanza ed all’impegno politico è accelerato dalla nomina a segretario provinciale del Pds. Con grinta e dedizione, l’ex numero uno della Cgil piemontese guida il vertice provinciale della Quercia per ben cinque anni. Nel 1993 ecco una nuova sfida dietro l’angolo. In questo caso si tratta del rinnovo del consiglio comunale di Torino. Forte della popolarità e della stima conquistata in tanti anni di battaglie economiche e sociali, l’aspirante consigliere centra l’elezione ed entra a far parte della pattuglia diessina presente in comune. L’ascesa dell’esponente diessino è inarrestabile. Per lui si spalancano anche le porte di Montecitorio, dove viene eletto deputato nel 1996. La svolta, inattesa quanto per certi versi drammatica, giunge nel marzo del 2001. Nel bel mezzo della campagna elettorale per le comunali, l’ex dirigente comunista viene chiamato dal suo partito a sostituire il candidato sindaco Domenico Carpanini, già vice nonché fedelissimo di Valentino Castellani, morto improvvisamente a causa di un’emorragia cerebrale mentre era impegnato in un dibattito elettorale con il suo sfidante Roberto Rosso. Nel giro di pochissimo tempo, l’aspirante primo cittadino del centrosinistra riesce ad organizzare un’efficace campagna elettorale a ridosso dell’importante test amministrativo. Il primo turno termina con un sostanziale testa a testa fra i due candidati più accreditati. A Chiamparino va il 44,9% delle preferenze mentre Roberto Rosso conquista il 44,4%. Si va dunque al ballottaggio in un clima di forte tensione. Per la prima volta infatti il centrosinistra rischia di perdere la storica roccaforte operaia, uno dei pochi comuni non ancora caduti sotto l’avanzata delle truppe leghiste e forziste nelle regioni settentrionali. Ma al secondo turno l’uomo forte del Pd al nord vince con il 52,8%, sconfiggendo sul filo di lana il candidato del centrodestra. L’inquilino di Palazzo Civico si mette subito al lavoro diventando in poco tempo un punto di riferimento del centrosinistra non solo regionale ma anche nazionale. L’intensa attività amministrativa e la capacità di fornire soluzioni pragmatiche alle esigenze dei cittadini consentono al primo cittadino del capoluogo torinese di raggiungere una serie di importanti traguardi, fra cui la preparazione e la gestione dei XX Giochi olimpici invernali, un volano per lo sviluppo della città e la realizzazione di numerose opere pubbliche come la metropolitana. Le Olimpiadi portano Torino al centro del mondo e sanciscono la popolarità e la notorietà dell’inquilino di Palazzo Civico, che può affrontare senza patemi d’animo le elezioni per la riconferma della poltrona di sindaco. Il risultato non lascia adito a dubbi. Il sindaco uscente viene riconfermato con il 66,6% mentre Rocco Buttiglione, candidato del centrodestra, si ferma al di sotto del 30%. Forte del consenso personale in costante crescita, l’ex dirigente del Pci si proietta in ottica nazionale ed interviene con sempre maggiore assiduità nel dibattito politico nazionale. Indicato da Veltroni come ministro ombra del Federalismo nel 2008, l’austero Sergio può finalmente occuparsi di un tema che ha da sempre a cuore, sul quale talvolta appare più vicino alla Lega che alle posizioni ufficiali assunte dal suo partito. Eterna promessa del Pd, il sindaco di Torino sembra sempre sul punto di scendere in campo : si fa il suo nome per le primarie del Pd ma poi ci ripensa. Scalda i motori per il dopo Veltroni ma ancora una volta desiste. “Non ho alcuna intenzione di andare in pensione o portare i miei nipotini ai giardinetti – ha dichiarato di recente l’esponente democratico – anche perché non ho nipotini”. Intanto il prossimo anno dovrà lasciare la guida della giunta comunale dopo due mandati consecutivi. Assodata dunque la volontà di continuare nell’attività politica, amici e nemici si chiedono : quale sarà il futuro di uno dei pochi elementi vincenti del centrosinistra al nord?

Al

4 commenti
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...