sabato 18 settembre 2010

Elezioni politiche BiDiMedia - 18 settembre

Precedenti rilevazioi

PDL 29,2% (INV)
LEGA NORD 12% (+0,3%)
LA DESTRA 1,2% (-0,1%)
Totale cdx 42,4% (+0,2%)

UDC 5,9% (-0,1%)
API 1% (-0,1%)
MPA 0,8% (-0,2%)
FLI 5,8% (INV)
Totale centro 13,5% (-0,3%)

PD 25,7% (+0,2%)
IDV 6,5% (+0,1%)
SEL 4,3% (+0,1%)
RAD 0,9% (-0,1%)
PSI 0,6% (-0,1%)
VERDI 0,6% (-0.1%)
Totale Csx 38,6% (+0,1%)

FED.SIN. 1,9% (-0,1%)
M5S 2,6% (+0,2%)

Altri 1% (INV)

Il cosidetto "grande centro" sembra avere qualche difficoltà di espansione e non riesce, questa settimana, a superare un modesto 13,5%. A frenare sono soprattutto i piccoli partiti (api e mpa) che insieme non raggiungono il 2%. Il partito di Fini tallona, attorno al 6%, l'Udc di Casini. Nel centrodestra ancora in difficoltà il Pdl che malgrado il rientro di qualche voto dal centro, perde nei confronti della Lega, la quale si conferma in ottima salute al 12%.
Nel centrosinistra osserviamo un tentativo, incominciato da ormai qualche tempo, di risalita del Partito Democratico che in questo rilevamento si attesta al 25,7%. Tornano a salire, seppur leggermente, Sel e Idv a scapito dei partiti minori del centrosinistra. Grillo, in ripresa, al 2,6%


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sabato 11 settembre 2010

Elezioni politiche - BiDiMedia - 11 settembre

Precedenti rilevazioni

PDL 29,2% (INV)
LEGA NORD 11,7% (-0,2%)
LA DESTRA 1,3% (INV)
Totale cdx 42,2% (-0,2%)

UDC 6% (+0,1%)
API 1,1% (INV)
MPA 1% (+0,1%)
FLI 5,8% (-0,3%)
Totale centro 13,9% (-0,1%)

PD 25,5% (+0,6%)
IDV 6,4% (+0,2%)
SEL 4,2% (-0,1%)
RAD 1% (-0,1%)
PSI 0,7% (-0,1%)
VERDI 0,7% (INV)
Totale Csx 38,5% (+0,5%)

FED.SIN. 2% (INV)
M5S 2,4% (-0,1%)

Altri 1% (-0,1%)

Fino a qualche giorno fa le elezioni sembravano vicinissime, ora sembra che almeno fino a primavera questo governo andrà avanti. Secondo le dichiarazioni dei vari politici sembra che lo schema da noi presentato qualche tempo fa sarà veramente quello reale. Con al massimo qualche movimento a sinistra (ad esempio la presenza o meno dei comunisti nella coalizione di centrosinistra).
Rispetto all'ultima rilevazione di fine agosto FLI perde qualcosa e si attesta appena sotto il 6%. C'è da precisare che molti dati sono pre-Mirabello, quindi ci potrebbe essere un ritorno di immagine per il partito di Fini. Se sarà duraturo o meno lo vedremo nelle prossime settimane.
Nella coalizione di centrodestra soffre leggermente la LEGA che perde altri due decimi, attestandosi comunque su un ottimo 11,7%
A sinistra, dopo un periodo buio, sembra riprendersi il PD che guadagna ben 6 decimi arrivando al 25,5%. Anche l'IDV si riprende leggermente. In leggero calo i partiti minori, compresa SEL che, benchè abbia margini di miglioramento ancora molto ampi, sembra aver arrestato la sua progressiva crescita. Nel caso di primarie vinte da Vendola le cose potrebbero cambiare molto, soprattutto all'interno della coalizione.
Comunisti stabili al 2% da ormai molto tempo, mentre il Movimento 5 Stelle arretra leggermente portandosi al 2,4%
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giovedì 9 settembre 2010

La Gillard vince ai punti, ma a che prezzo.


Le elezioni australiane s'erano concluse con un nulla di fatto. Nè i laburisti né i conservatori erano riusciti ad ottenere la maggioranza assoluta per formare un esecutivo. I risultati definitivi davano 73 seggi ai conservatori, 72 seggi ai laburisti, un seggio ai verdi e quattro seggi a candidati indipendenti. La premier uscente, la laburista Julia Gillard, ed il suo sfidante conservatore Tony Abbott onde governare dovevano quindi raggiungere un accordo con questi cinque parlamentari. Il deputato verde Adam Bandt annunciava quasi subito il suo appoggio alla Gillard, rimanevano quindi i quattro indipendenti a fare da ago della bilancia. Inizialmente Tony Abbott sembrava favorito. I conservatori infatti avevano comunque la maggioranza relativa dei seggi, avevano ottenuto la maggioranza sia nel voto di prima preferenza che nelle seconde preferenze. Inoltre dei quattro indipendenti tre erano ex membri della coalizione conservatrice che se n'erano andati e rappresentano collegi fortemente conservatori che non avrebbero digerito un accordo con Julia la rossa. Insomma, sembrava in vantaggio Abbott, ma la signora Gillard ha lanciato un'offerta non rifiutabile, mettendo sul piatto qualcosa come 10 miliardi di dollari da investire nei collegi degli indipendenti. Il primo dei quattro a cedere è stato Andrew Wilkie, neo-eletto in un collegio della Tasmania solitamente bunker Laburista. Rimanevano i tre indipendenti ex conservatori Rob Oakeshott, Bob Katter e Tony Windsor. Dei tre l'unico a non aver ceduto alle avances della signora Gillard è stato Katter, in quanto la premier aveva risposto un secco no alla sua richiesta di maggiori misure protezionistiche. Gli altri due, nonostante l'appello finale lanciato dal leader aborigeno Noel Pearson che li incoraggiava ad appoggiare Abbott, alla fine hanno ceduto alle offerte della signora. I nodi però rimangono e sono molti. Il deputato verde infatti ha annunciato che presenterà un disegno di legge per l'approvazione dei matrimoni gay, cosa che ha mandato su tutte le furie la signora Gillard. La premier infatti, fin dal giorno in cui ha detronizzato Rudd ha subito chiarito che il cambio di leadership non avrebbe cambiato la posizione di contrarietà del Labor ai matrimoni gay. Poi c'è la legge dello stato del Queensland che delimita le aree di espansione aborigena. Questa legge voluta dal governo regionale laburista era la causa per cui il leader aborigeno Pearson aveva chiesto all'indipendente Oakeshott, sposato con un'aborigena e rappresentante di un collegio nel Queensland, di non appoggiare la Gillard, la quale nulla aveva fatto per rovesciare il provvedimento. Se nulla la Gillard aveva fatto quando aveva una amplia maggioranza, figurarsi se lo farà ora che la sua maggioranza dipende dagli ecologisti, principali sponsor del provvedimento nel Queensland. Rimane sul tavolo anche la tassa sul carbone che ha causato il crollo di consensi del Labor e le polemiche con gli industriali del settore su cui gli indipendenti sono assai dubbiosi. Inoltre c'è da contare l'elezione dello speaker che priverà la coalizione della Gillard di un voto e quindi ridurrà la maggioranza da 76 a 75 seggi, uno solo in più dell'opposizione conservatrice. Insomma, le premesse non sono buone, c'è inoltre da ricordare la divisione profonda interna al Labor, ancora scosso dal siluramento di Kevin Rudd.
Come ha più volte ricordato in queste settimane il leader conservatore Abbott, se i laburisti non sono stati in grado di governare con 20 seggi di margine, come potranno farlo ora che sono in minoranza? Insomma, si prevedono tempi difficili per la signora Gillard e l'impressione è che Tony Abbott l'abbia lasciata fare proprio per poter cuocere la signora a fuoco lento. Il leader conservatore è stato capace di ottenere un risultato impronosticabile solo sei mesi fa, arrivando ad ottenere addirittura la maggioranza relativa, e rimontando in nemmeno tre settimane un distacco di dieci punti. Abbott quindi esce comunque rafforzato dal risultato elettorale, zittiendo le opposizioni interne che lo consideravano troppo estremo, e potrà rivendicare che l'esecutivo è maggioranza in parlamento ma non nel paese. Test probabilmente decisivo per la tenuta di questa bislacca maggioranza saranno le elezioni regionali che si terranno a fine novembre nello stato di Victoria, lo stato della Gillard. I sondaggi prevedono un testa a testa serratissimo tra i laburisti in carica e l'opposizione conservatrice. Un' eventuale sconfitta laburista nello stato della premier farebbe riesplodere la guerra tra bande interna al Labor e metterebbe la pietra tombale su questa variopinta maggioranza.

Giovanni Rettore


da http://gio88-giova.blogspot.com/
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martedì 7 settembre 2010

Le nuove stelle della politica internazionale - Karl Theodore zu Guttenberg


Il barone Karl Theodore zu Guttenberg nasce a Monaco di Baviera il 5 dicembre 1971 da un incrocio fra due delle più potenti ed importanti famiglie dell'aristocrazia bavarese. Da parte di padre discende dalla famiglia dei Guttenberg, nobile e potente famiglia con alle spalle una storia pluri-secolare (l'albero genealogico della famiglia arriva addirittura al XII secolo) da parte di madre discende dalla famiglia Eltz, altra famiglia antichissima di cui si hanno notizie a partire sempre dal XII secolo e che per un breve periodo ha fatto pure parte del collegio dei Grandi Elettori del Sacro Romano Impero. Dopo aver conseguito la maturità il giovane rampollo passa gli anni '90 a fare diverse esperienze. Dapprima si arruola nell'esercito lasciato col grado di sergente, poi studia scienze politiche e diritto in cui otterrà un dottorato nel 2007. Nel frattempo comincia anche ad occuparsi degli affari di famiglia entrando a far parte fin dal 1994 della direzione della Guttenberg gmbh, l'azienda di famiglia e pure nel consiglio di amministrazione della clinica privata Rohn-Klinum di cui la famiglia Guttenberg possiede il 26% delle quote. Nel frattempo il giovane rampollo stringe una relazione con la contessa Stephanie Bismarck, discendente dello storico cancelliere. I due piccioncini dal sangue blu convolano a nozze nel 2000, e producono due graziose bambine. Il 2002 è l'anno del lancio in politica. La famiglia Guttenberg è da sempre vicina alla CSU, primo partito della Baviera, tant'è che il nonno di Karl era stato a suo tempo deputato della CSU e sottosegretario nell'esecutivo di Kurt Kiesinger. Zu Guttenberg si candida nel collegio di Kulmbach che nel 2005 lo rielegge con il 61% dei consensi. Il giovane rampollo mostra fin da subito uno spiccato interesse per la politica estera, divenendo capogruppo della CDU-CSU in commissione esteri. In questo periodo la CSU è scossa da fermenti interni. Stoiber è costretto a dimettersi dalla posizione di governatore della Baviera, e alle elezioni del 2008 la CSU perde la maggioranza assoluta nel Landstag venendo costretta per la prima volta dopo quasi 5 decadi di giunte monocolori ad un governo di coalizione con la FDP. Il deludente risultato delle elezioni regionali rende quindi necessario un azzeramento degli organi del partito. Nel novembre 2008 quindi zu Guttemberg diviene segretario generale del partito. La segreteria di zu Guttemberg dura però poco. Nel febbraio del 2009 è difatti chiamato da Angela Merkel ad entrare nell'esecutivo federale come ministro dell'economia in un momento delicatissimo. A soli 37 anni il baronetto diviene quindi il più giovane ministro della storia della Bundesrepublik post-guerra. Il ruolo non è facile dato che il giovane rampollo si trova a gestire la crisi finanziaria ed i collassi di Opel ed Hypo. Nonostante il momento difficile zu Guttenberg diventa in breve tempo il politico più amato dai tedeschi, scavalcando perfino Angela Merkel. Dopo la vittoria della coalizione giallo-nera alle federali del 2009 zu Guttenberg viene nominato ministro della difesa. Anche qui per il barone si presenta una situazione non facile. L'esercito tedesco è infatti nella bufera a causa della strage di civili compiuta a Kunduz. Quando zu Guttenberg entra in carica la frittata era già fatta ma viene accusato dall'opposizione di aver contribuito a coprire le responsabilità dell'esercito teutonico. Nonostante queste difficoltà. il barone rimane comunque il politico più apprezzato dai tedeschi e dato il crollo di consensi che ha colpito la signora Merkel molti vedono lui come potenziale candidato cancelliere della CDU-CSU. Toccherà quindi al barone tentare l'impresa di far risalire la china al centro-destra teutonico e soprattutto ad una CSU che in Baviera rischia seriamente di scendere sotto la soglia del 40%? Riuscirà zu Guttenberg a divenire il primo cancelliere espressione della CSU?

Giovanni Rettore
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