sabato 9 ottobre 2010

Le nuove stelle della politica internazionale - Marina Silva


Al primo turno delle elezioni presidenziali brasiliane per la coalizione di Lula qualcosa non è andato per il verso giusto. La delfina di Lula, Dilma Rousseff, contrariamente alle previsioni non è difatti riuscita a vincere già al primo turno. Il fattore che ha fatto sballare i conti e mandato lo champagne di traverso a Lula e Dilma ha nome e cognome: Marina Silva. La candidata dei Verdi ha difatti raggiunto un sorpendente 19% , quasi il doppio rispetto a quanto le davano i sondaggi, rubando molti consensi alla Rousseff e costringendola così al ballottaggio contro il conservatore José Serra. Chi è questa cinquantenne che ha rovinato la festa a Lula? Marina Silva nasce l'8 Febbraio 1952 in una famiglia di 11 fratelli e trascorre l'infanzia nella più assoluta indigenza in una palafitta in un villaggio dello stao Acre. A 16 anni Marina diventa orfana e, ancora analfabeta si trasferisce a Rio BranGrassettoco, capitale dello stato dove approfitta del programma di alfabetizzazione stabilito dalla giunta militare, si converte al cattolicesimo e comincia a lavorare come donna di servizio. Negli anni '80 Marina completa il ciclo di istruzione laureandosi in storia, si sposa con Fabio de Lima, con cui avrà ben 4 figli, lavora come insegnante e comincia la carriera politica nelle fila del "Partito dei Lavoratori" fondando la sezione locale del sindacato. Nel 1988 viene eletta consigliera comunale del "Partito dei Lavoratori" a Rio Branco. Due anni più tardi Marina venne eletta deputata e nel 1994 entrò al senato federale in rappresentanza dello stato di Accra. Durante i 9 anni passati al senato federale Marina si distinse come portatrice delle istanze dell'Amazzonia e si battè con vigore contro le politiche di deforestazione e a favore di uno "sviluppo sostenibile". La sua intensa attività in difesa dell'ambiente e della natia Amazzonia la portarono in breve al vertice del dipartimeno ambientale del "Partito dei Lavoratori" e quando Lula divenne presidente nel 2003 la sua nomina al dicastero dell'ambiente era praticamente ovvia. Sebbene la Lula la confermò senza problemi nel 2007 i mandati della Silva al dicastero dell'ambiente furono oltremodo problematici in quanto spesso le sue politiche di protezione ambientale cozzavano con interessi economici e più volte entrò in contrasto con altri membri dell'esecutivo e con lo stesso Lula. Il membro dell'esecutivo Lula a lei più ostile era proprio Dilma Rousseff, all'epoca ministro per l'energia e le miniere che cercò in ogni modo di bloccare i suoi progetti di ampliamento delle aree protette in Amazzonia. Le critiche alla Silva però non venivano solo dalla parte moderata della coalizione lulista ma pure dagli ambientalisti più radicali che denunciavano come le operazioni della polizia federale contro il disboscamento illegale in Amazzonia fossero insufficienti a fermare il preoccupante fenomeno. I continui contrasti con Lula e Dilma Rousseff, oltre che con diversi governatori del "Partito dei Lavoratori" che mettevano costantemente i bastoni fra le ruote alle sue politiche ambientaliste, alla fine al persusero a lasciare il posto di ministro. La goccia che fece traboccare il vaso fu la designazione di Reoberto Unger come responsabile per il progetto di "sviluppo sostenibile" per l'Amazzonia, posto che la Silva riteneva suo di diritto in quanto cresciuta in Amazzonia. Nell'agosto 2009 la Silva lasciò definitivamente il partito per aderire ai Verdi e contemporaneamente annunciò la conversione dal cattolicesimo alla chiesa evangelica. Il suo nome nel frattempo viene posto in cima alla lista dei potenziali candidati Verdi alla presidenza. La candidatura di Marina è ufficializzata il 16 Maggio 2010 e sceglie come candidato vice il milionario ecologista Guillermo Leal. Il risultato di Marina Silva il giorno delle elezioni è oltre le aspettative. Marina raggiunge un insperato 19% e costringe Dilma Rousseff al ballottaggio. La Silva è riuscita abilmente a sottrarre consensi religiosi alla sua ex compagna di partito spostando l'attenzione sulla bioetica e dipingendo la Rousseff come un'abortista favorevole ai matrimoni gay. La Rousseff ha respinto le insinuazioni della campagna della Silva riguardo le sue posizioni sulla bioetica ed ha rimarcato gli ottimi rapporti dell'amministrazione Lula sia con la chiesa cattolica che con le chiese evangeliche. Evidentemente però le smentite della Rousseff non hanno convinto l'elettorato più religioso, sia cattolico che evangelico, che ha preferito rivolgersi alla Silva. Le posizioni conservatrici della Silva sulla bioetica le sono però costate diverse critiche, anche molto aspre, all'interno del movimento Verde che invece mantiene posizioni favorevoli alla piena legalizzazione dell'aborto e delle unioni civili per le coppie omosessuali. Ora Marina ha ottenuto quello che voleva, costringere Dilma al ballottaggio, Nel fronte lulista, nonostante il forte vantaggio della Rousseff serpeggia un certo nervosismo proprio dovuto ai voti cristiani persi negli ultimi giorni della campagna elettorale a favore della Silva che potrebbero andare a Serra. Addirittura sembrava ad un passo l'accordo diretto tra il partito Verde e Serra ma alla fine Marina ha preferito dichiarare neutralità sul secondo turno lasciando comunque ai singoli tesserati la possibilità di appoggiare l'uno o l'altra. Marina Silva quindi si trova nella scomodissima posizione di ago della bilancia e potrebbe portare a termine la tanto agognata vendetta nei confronti dei lulisti. E' solo un "fuoco di paglia" oppure per Marina si avvia un ruolo di primo piano nella politica carioca? Ai posteri l'ardua sentenza

Giovanni Rettore
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