venerdì 4 febbraio 2011

Lo scontento degli italiani secondo Audipolitica

Italiani sconcertati dalla politica e delusi dalla classe dirigente del Paese: questo il principale risultato dell’indagine di Audipolitica. Nonostante la sofferenza verso le vicende pubbliche, gli Italiani però non si rifugiano nel particolare, nella cura dei loro stretti interessi e indicano in una nuova idea di autorità, di rispetto delle regole, come la strada per uscire dalla situazione attuale.

Gli Italiani sono indignati dai comportamenti legati al perseguimento dell’interesse privato più che dalla moralità dei politici. In particolare il 37,8 % degli Italiani pensa che i politici debbano solo occuparsi del bene pubblico, senza interessi privati e personali; il 20,5 %, invece, ritiene che l’unica cosa che conta sia che le cose funzionino, senza importanza rispetto a tutto il resto; il 19,7 % poi mette in rilevo la necessità che i politici siano all’altezza morale del loro compito. C’è poi un 10,2 % che chiede uno smagrimento complessivo della politica, prescegliendo un minore peso di tutto ciò che è pubblico nella vita del Paese. La parte strettamente “cinica” della popolazione, che pensa che ognuno debba perseguire il proprio fine particolare, sia politici sia cittadini semplici, rappresenta l’ 8,7 %. La questione della moralità è più importante per i residenti nel nord del Paese, mentre la presenza simultanea d’interessi pubblici e privati disturba di più chi vive nel sud. 
La domanda di maggiore o esclusiva attenzione al bene pubblico è condivisa in egual misura sia
dall’elettorato del centrodestra sia da quello di centrosinistra.
Agli Italiani non piace che intorno alla politica girino tanti soldi e non piace che i partiti per affermare le loro politiche vadano contro le regole e solo il 9,0 % della popolazione ritiene normale che i politici diano lavori, contratti e favori a coloro che li sostengono.
Quanti sostengono che la questione della moralità sia importante ma è da mettere al secondo posto rispetto all’esigenza che le cose funzionino, rappresentano il 30,4 % della popolazione, mentre il 51,5 % dichiara che la qualità morale e l’efficienza debbano andare di pari passo.
Nella loro critica ai politici la popolazione coinvolge l’intera classe dirigente nazionale, anche non politici perciò: il 37,5 % degli Italiani ritiene che i politici siano uguali, nei loro comportamenti, al resto delle altre categorie professionali e il 35,7 % ritiene che siano peggiori rispetto al resto.
L’exit strategy che gli Italiani indicano per migliorare sia l’efficienza del paese sia il suo complessivo livello morale è un nuovo senso dell’autorità, uno sforzo collettivo per affermare il rispetto delle regole come valore inderogabile di tutta la società. Il 66,5% ritiene che ci sia bisogno in Italia di più autorità e
solo il 12,1 % di meno autorità.
In particolare gli Italiani, al 47,4 % ritengono che sia un bene cominciare dalle scuole, magari tornando all’abitudine di alzarsi in piedi all’ingresso dell’insegnante. Anche il rispetto delle regole viene indicato come la forma più efficace di miglioramento generale dello stato del Paese.



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