Fonte: t-mag.it
Secondo Antonio Noto di IPR Marketing, per tornare alla domanda di partenza (e cioè se il sondaggio può essere considerato uno strumento di manipolazione), quando si effettua una rilevazione il cittadino ha l’opportunità di “esprimere un’opinione che stimolerà il dibattito”. Detta in altri termini: il sondaggio fotografa qualcosa che è già avvenuto, non prevede il futuro. Pretenderlo è un esercizio velleitario e se il Movimento 5 Stelle, ad esempio, è stato sottostimato alla vigilia del voto, ciò è dipeso da un fenomeno di portata straordinaria, difficile da captare. Di qui l’esigenza di tarare nuove unità di misura. “Il nostro compito – ha osservato Buttaroni a tale proposito – è misurare l’opinione pubblica, ma in Italia quello della ricerca è un mercato povero. Da noi si investe meno che in altri Paesi europei, in particolare in Francia. Uno dei problemi è la pubblica amministrazione e le gare al ribasso che ha istituito. Poi c’è la ‘trasposizione mediatica’ del sondaggio. L’esperienza di Tecnè con Sky, anche durante le amministrative di pochi giorni fa, è estremamente positiva perché abbiamo avuto la libertà di sviluppare una metodologia che si è rivelata efficace. A Sky abbiamo trovato l’ambiente ideale, il giusto connubio tra divulgazione scientifica e informazione. È il tipico approccio di stampo anglosassone, una rarità in Italia. Spesso, al contrario, capita che il committente richieda di formulare le domande in un certo modo, non agevolando il lavoro del ricercatore. Ma il sondaggio è uno strumento scientifico, non uno strumento editoriale”.
Giustappunto: avete presente i sondaggi che propinano di tanto in tanto i giornali online? Basta un clic e si può rispondere alla domanda del giorno. Ecco, è la chiosa di Noto, è opportuno che si inizi a chiamare “sondaggio” ciò “che segue un metodo scientifico”. Ma per farlo, è stato infine ribadito, serve una cultura del sondaggio che in Italia è piuttosto carente. Comments