lunedì 9 settembre 2013

Analisi Storico-Elettorale dell’avvento del Nazismo

Vi invitiamo a diventare nostri fan su facebook, cliccando qui



Rubrica storico-elettorale (vol.1, qui l'introduzione)


Quando si guarda al nazismo si pensa ad un fenomeno politico esploso all’improvviso, violento ed estraneo alla società civile tedesca: una sorta di virus che infettò la Germania e che col tempo fu debellato. Così facendo si  tenta di renderlo alieno dalla natura umana, ma la realtà è più complessa.
L’unico modo per evitare il ripetersi di fenomeni simili è analizzarli senza pregiudizi morali o politici, e questo è quello che cercheremo di fare.

Uno dei falsi miti da sfatare sul conto del NSDAP (Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori) è che abbia preso il potere inaspettatamente, in un improvviso momento di follia e disperazione dell’elettorato.

Le origini del consenso del NSDAP affondano nella crisi iperinflazionistica del 1922-23, nel progressivo sfaldamento dell’elettorato dei partiti tradizionali della debole repubblica di Weimar e nell’instabilità politica, tutti processi già in atto dagli inizi degli anni ’20. Molti anni prima del primo governo Hitler (1933).


Il  sistema elettorale proporzionale senza sbarramento, in uso nella repubblica di Weimar, costringeva a formare  governi di larghe intese, generalmente instabili, che penalizzavano elettoralmente i partiti più moderati. Inoltre la costituzione che conservava ancora retaggi del governo  del Kaiser, tra cui un forte accentramento del potere, fu terreno fertile per lo sviluppo di un totalitarismo.

Nel 1919 viene fondato il DAP, precursore del NSDAP. Nello stesso anno si tengono le prime elezioni della repubblica di Weimar , vinte dall’SPD (Partito socialdemocratico di Germania) che conquista il 37,9% dei voti, percentuale non sufficiente alla creazione di un governo.
Per questo motivo si giunge ad un governo di larghe intese, che  causerà un tracollo dell’SPD alle elezioni successive (-16%). Da notare che il DNVP, partito di estrema destra, ottiene ben il 10,3%. Tale risultato al voto dell’anno seguente crescerà ulteriormente (+4,8%), a testimonianza che già nel ’19  esisteva una forte tradizione nazionalista, populista, xenofoba e anticomunista. 

Il già citato sistema elettorale porta a governi molto instabili: se ne succedono 8 tra il ’20 e il ’24. Intanto Hitler con grande abilità politica rafforza il NSDAP a tal punto che nel ’23 (dieci anni prima del suo trionfo elettorale) gode di sufficiente supporto per organizzare il fallito “putsch della birreria”. Sbarratagli  la via insurrezionale, Hitler tenta la strada elettorale.

La scadenza elettorale più prossima sono le elezioni del ’24, a cui NSDAP partecipa in una coalizione nazional-populista che faceva dell’opposizione al trattato di Versailles (condizioni di resa della Germania dopo la 1^guerra mondiale) il suo cavallo di battaglia. La coalizione raggiunge il 6,5% dei consensi. Intanto il DNVP raggiunge percentuali ragguardevoli, 19,5% (+4,4%), portando la somma dei voti dell’ultradestra al 26%, al netto dei molti micro-partiti di estrema destra.

A questo punto dobbiamo sfatare un altro luogo comune: ci si immagina spesso l’elettore nazista come un emarginato, un reietto ,una persona lasciata indietro dalla fantomatica onda del progresso. Eppure stando a molteplici e autorevoli studi, svolti dagli anni ’50 in poi, l’elettore nazista tipo era un giovane, medio-piccolo borghese, anticomunista, protestante, proveniente da zone rurali o da piccole città, insomma il tipico cittadino tedesco.

Successivamente il NSDAP tentò di proporsi come Volkspartei (partito del popolo) redigendo, durante il congresso del ’21, un documento che poneva al centro del progetto nazionalsocialista la piccola borghesia (kleinbürgertum) e la classe media (Mittelstand). La confusione circa l’elettorato nazista è dovuta al fatto che l’NSDAP ha cambiato e allargato l’elettorato di riferimento (dai soldati delusi, agli operai , infine alla classe media) nella sua pluridecennale storia, possibilità garantitagli anche dalla vaghezza che caratterizza l’ideologia NazionalSocialista. La stabilità del fenomeno nazista si può riscontrare anche nel lento e omogeneo aumento di tesserati (circa +1,5% al mese  fino al 1930).

Finita la crisi iperinflazionistica, segue un periodo di apparente stabilizzazione: si tengono altre due elezioni (Dicembre 1924 e nel’28) e si avvicendano 5 governi di centro-destra. Nel ’29 scoppia una crisi globale che porta la Germania a livelli di disoccupazione e povertà mai sperimentati prima che il governo di centrodestra Bruning cercò di arginare con una cura liberista di stato minimo. Fu allora che la situazione subì un drastico peggioramento.

Le elezioni del 1930 sono il punto di svolta per l’NSDAP che conquista il 18,3%, comunque due punti meno del DNVP nel dicembre’24. Le ragioni di questo exploit, che ha generato la falsa credenza di un rapida ascesa del nazismo, stannonell’aumento del 6,2% (4,2 milioni di voti) dell’affluenza ( a vantaggio dei partiti antisistema, dei quali 1,7 milioni costituiti da primi elettori, gruppo sociale molto favorevole all’NSDAP), nella perdita di 2 milioni di voti dell’estrema destra del DNVP, nonché nella crisi dilagante che portava milioni di tedeschi alla disperazione.

Le elezioni del luglio ’32 sono un trionfo nazista: Hitler conquista il 37,8%(+19%), risultato spiegabile con due anni di governo Bruning e i suoi provvedimenti liberisti, a cui Hitler opponeva politiche economiche espansive e politiche estere aggressive. Anche in queste elezioni l’affluenza aumenta (+2milioni di voti) e gli altri partiti di destra, più o meno moderati, perdono 1,5 milioni di voti.
Spesso si imputa il successo elettorale dei nazisti alla violenza e coercizione da loro esercitata, discolpando così gli elettori; ma è bene sapere che la scena politica di Weimar era fin dalla nascita teatro di violenze, omicidi e attentati, mai stati prerogativa del solo NSDAP.

Nonostante l’ottimo risultato elettorale, i nazisti non  possono creare un governo. A riprova che l’ascesa del nazismo non è una crescita folle e inarrestabile, alle elezioni successive (Novembre  1932) l’NSDAP perde 2 milioni di voti (-4,2%) che vengono riguadagnati dal DNVP.

Eppure è questo il punto di non ritorno. L’NSDAP partecipa alla formazione di un governo conservatore. Hitler sfrutta la posizione di potere e le organizzazioni paramilitari affiliate al NSDAP per perseguitare i suoi oppositori e per influenzare le elezioni del 1933 che vedono un vittoria assoluta dei nazisti. Pur ottenendo il  43,9% Hitler non riesce a creare un governo, se non con il supporto del DNVP. Con i voti del Zentrum (11,9%, 70 seggi), partito  di centro cattolico, passa il “decreto pieni poteri” a favore del Cancelliere.
E’ iniziata la dittatura Nazionalsocialista. 




Edoardo Giorgetti



Comments
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...