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Rubrica storico-elettorale (vol.2, qui l'introduzione)
“Piove
Governo ladro!”
La
celebre espressione accompagna tutta la storia politica italiana.
Originariamente
fu ideata dal caricaturista Casimiro Teja nel 1861 come didascalia ad una
vignetta di commento al fallimento di una dimostrazione mazziniana guastata
dalla pioggia.
Fu
poi citata ironicamente da Gramsci in uno scritto polemico sui costumi
dell’epoca e annotata nel Grande Dizionario della Lingua Italiana: “L’avevo
detto io, piove Governo ladro!”.
Questo
sfottò viene indirizzato contro i qualunquisti fin dall’Unità d’Italia.
Eppure
Gramsci non avrebbe potuto usare il termine “qualunquismo”.
Infatti
dobbiamo il termine ad un giornalista e commediografo napoletano del
dopoguerra, Guglielmo Giannini. Non perché abbia studiato e analizzato il
fenomeno fino a riassumerlo in una definizione, ma perché diede voce a questo
sentimento politico nelle pagine del suo giornale: “L’Uomo Qualunque”.
L’UQ
fu un settimanale fondato nel 1944 da
Giannini, un talentuoso giornalista di estrazione liberale, che seppe cogliere
con grande abilità l’esasperazione della classe media. Di fatti il ceto medio
italiano del dopoguerra, stanco di una
politica instabile, affaristica e clientelare, desiderava ardentemente vivere
“l’american way of life”. L’UQ ebbe subito un successo straordinario: nei primi
3 giorni la tiratura fu di 80.000 copie che, nel maggio del ’45, sarebbero
diventate 850.000.
Una
diffusione impensabile in un’Italia in gran parte ancora analfabeta.
Il
giornale si distinse immediatamente per una rubrica di gossip politico, "Le
Vespe”, e per una feroce satira “anti-politica”. Grazie ad un organo d’informazione
così potente Giannini riuscì a guadagnarsi un notevole consenso politico.
In
seguito alla netta opposizione di
Benedetto Croce ad una confluenza dei Qualunquisti nel Partito Liberale
Italiano, Giannini decise di fondare un suo partito.
Dal
16 al 19 febbraio ’46 ebbe luogo il 1^ Congresso di fondazione del “Fronte
dell’Uomo Qualunque”(FUQ), appena in tempo per partecipare alle elezioni
amministrative di marzo e aprile. L’esordio fu eccezionale. Il FUQ si presentò
solo in grandi città, ottenendo risultati sorprendenti: Torino (8,38%),
Firenze (13,7%), Roma (20,7%), Napoli (19,82%), Palermo(24,5%).
Spinto
dal successo delle amministrative il FUQ si candidò alle elezioni per
l’Assemblea Costituente del 2 Giugno, le prime a suffragio universale in
Italia. Il FUQ conquistò 30 seggi grazie a 1.211.956 voti
ottenuti(5,27%) essendosi delineato come unica opposizione ai Governi del
Comitato di Liberazione Nazionale(CLN). Molti italiani non si sentivano legati
al CLN in quanto l’antifascismo era in molte zone un sentimento elitario,
soprattutto nel Mezzogiorno che non visse l’esperienza della Resistenza.
L’appoggio
maggiore fu dato dalla piccola borghesia, avversa al Comunismo tanto quanto al grande
capitalismo industriale. Inoltre raccolse i voti dell’ala più conservatrice della
Democrazia Cristiana insoddisfatta del comportamento dei suoi rappresentanti. A
questi si aggiunsero i consensi dei monarchici e dei fascisti ancora privi di un partito di
riferimento e favorevoli alle critiche al CLN.
L’analisi
territoriale del voto rivela una distribuzione eterogenea del consenso al FUQ. Al
Nord raccolse pochissimi voti, la maggior parte dei quali nei grandi centri
come Milano (5,56%), Torino (4%) e Bologna (7,81%) abitati in buona parte dalla
piccola borghesia in espansione nel dopoguerra.
Al Centro
ottenne risultati leggermente migliori rispetto al Nord, pur persistendo lo
squilibrio tra provincia (circa 4-5% dei consensi) e centri urbani (Roma 9,62%).
Senza
dubbio è al Sud che il FUQ assunse un vero peso politico superando in varie
regioni il 10% dei consensi e ottenendo risultati ancora maggiori nelle città (Bari
36,86%, Cagliari 27,31%, Napoli 19,12%).
Al Sud
l’ideale monarchico e l’opposizione al CLN, forti e radicati nella popolazione,
allargarono il bacino elettorale rispetto al resto d’Italia.
Il
1^ giugno 1947 si formò il Governo De Gasperi IV da cui venne escluso il Partito
Comunista. Di conseguenza l’atteggiamento del FUQ diventa meno ostile. Questa
nuova posizione più conciliante e l’assenza di una classe dirigente
qualunquista fa si che l’elettorato si disperda. Intrapresa una politica meno
aggressiva, il FUQ tenta di stipulare alleanze, negate, con la DC, con il
Movimento Sociale Italiano e perfino con il Partito Comunista Italiano, che è
l’unico ad accettare, quantomeno inizialmente.
Il
FUQ fa da serbatoio delle forze reazionarie nei primi anni della Repubblica. Ma, una
volta che le Istituzioni Repubblicane iniziano a
funzionare, i reazionari creano le loro associazioni e partiti.
Questa
situazione porta ad un crollo elettorale del FUQ: alle elezioni
politiche del ’48 non riesce neanche a presentare le sue liste.
Si
vede così costretto a partecipare ad una coalizione liberal-conservatrice, il
Blocco Nazionale, che raccoglie appena il 3,82% dei consensi, per la gran parte
nel Sud Italia.
Il fallimento
elettorale porta in breve tempo allo scioglimento del partito.
Sarebbe
un errore liquidare la breve, ma intensa vita del FUQ come banale espressione
populista. Nonostante quest’ultimo sia il carattere preponderante, è doveroso
sottolineare la spinta libertaria del pensiero di Giannini, che limpidamente
espresse ne “La folla”.
Questa
sua opera, composta nella Roma occupata dai Nazisti, chiarisce la sua posizione
avversa allo Stato e all’autoritarismo di ogni tendenza. Giannini vorrebbe
liberare il popolo, “la folla”, dalla oppressione della burocrazia clientelare e statale. Autoritarismo incarnato dai politici.
"Nella
storia e nella vita la folla è sempre riuscita a liberarsi dalla tirannide, e
non c’è mai stata tirannide che non sia finita travolta dalla folla"
da “La
folla. Seimila anni di lotta contro la tirannide”
Fonti:
·
Storia della prima repubblica, L’Italia dal 1943 al
2003,Aurelio Lepre, Ed. Il Mulino
·
La rivoluzione “qualunquista” un boom finito in un
flop di Paolo Deotto -Storia in Network N°101- Marzo 2005
·
“Qualunquismo”- Enciclopedia Treccani
·
Altieri - L'Uomo Qualunque Cenni e Dibattito
Storiografico
·
Archivio Storico delle Elezioni, Servizi informatici
elettorali, Ministero dell’Interno
Edoardo Giorgetti