Capigliatura bionda e liscia, volto simpatico, look moderno e variopinto. E’ lei uno dei volti di punta della classe dirigente del Pdl. Le cronache narrano che a folgorare Silvio Berlusconi sia stata una partecipazione a Ballarò, durante la quale gli vennero dati preziosi suggerimenti all’orecchio. Rimasto incantato da cotanta bellezza e competenza, l’allora leader di Forza Italia la volle a tutti costi ai vertici del partito in Lazio. Protagonista dell’inedito retroscena è Beatrice Lorenzin. Ma per amici ed estimatori è semplicemente Bea. Nata nel 1971 a Roma, la grintosa Beatrice inizia il suo avvicinamento alla politica nel 1996 quando aderisce al movimento giovanile di Forza Italia nel Lazio. Ed è proprio in questo frangente che la allora venticinquenne romana si fa le ossa fra volantinaggi ed iniziative politiche di ogni tipo per diffondere il più possibile il verbo berlusconiano. La lunga gavetta consente all’arrembante Bea di entrare nel mondo della politica a testa alta. La sua prima avventura elettorale risale al 1997, quando riesce a centrare l’elezione al XIII municipio di Roma, diventando consigliere circoscrizionale nella lista di Forza Italia. Nonostante la sua giovane età, l’esponente forzista viene notata da Silvio Berlusconi, che le assegna senza indugi la guida regionale del movimento giovanile azzurro, che conta 15mila iscritti e oltre cento eletti negli enti locali. Un’esperienza dura ma entusiasmante che costituisce il lasciapassare verso nuovi ma ancora più ambiziosi traguardi. Nel 2001 si candida al consiglio comunale di Roma. L’impresa non è delle più semplici. Oltre alla giovane età, in gara ci sono pezzi da novanta e signori dei voti in entrambi gli schieramenti. Ma l’astro nascente del centrodestra non è donna da farsi intimorire da sfide al fulmicotone e viene premiata dall’elettorato che la manda dritta dritta in Campidoglio, dove è l’unica donna eletta nelle fila del centrodestra. Grazie all’importante risultato raggiunto, guadagna l’appellativo di “tigre del Campidoglio”. Vicepresidente della commissione Donne elette, diventa inoltre vicepresidente del gruppo consiliare di Forza Italia. Fra le più presenti in aula, la futura coordinatrice regionale del movimento azzurro si segnala per l’attivismo e la prontezza dimostrati nel passare ai raggi x ed attaccare nel merito i provvedimenti della giunta Veltroni. Passione e competenza sono le carte vincenti per la tigre del Campidoglio, che viene notata dai vertici nazionali. Nel 2004 è a capo della segreteria tecnica di Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri per l’informazione e l’editoria nel III governo Berlusconi. Nel maggio del 2005 giunge la nomina a coordinatore regionale di Forza Italia per il Lazio mentre dal 2006 al 2008 ricopre il ruolo di coordinatore nazionale di Forza Italia giovani. A questo punto non può mancare il grande salto in Parlamento che arriva con le elezioni del 2008, nelle quali guadagna uno scranno a Montecitorio. Fra i punti qualificanti dell’attività parlamentare, va segnalata la presentazione di una proposta di legge finalizzata all’introduzione del reato d’istigazione al ricorso a pratiche alimentari idonee a provocare l’anoressia. L’esponente del Pdl è inoltre la fondatrice dell’intergruppo parlamentare 2.0 che ha l’obiettivo di definire soluzioni e regole condivise sui temi più significativi del web come la libertà di espressione, la privacy, l’identità in rete e il diritto d’autore. Componente della commissione Affari costituzionali e della commissione parlamentare per l’infanzia, l’onorevole Lorenzin ricopre inoltre la carica di vice responsabile del settore Pari opportunità del Pdl. Un incarico particolarmente sentito, testimoniato dalle numerose battaglie volte a favorire la presenza femminile nelle sedi istituzionali e politiche italiane ma anche continentali :“Abbiamo bisogno di donne nelle istituzioni continentali. Solo così potremo colmare il nostro deficit di rappresentanza a Bruxelles”. Paladina del “woman power”, l’astro nascente del Pdl non ha mai lesinato accuse alla visione maschilista dominante ancora oggi nel nostro Paese :“Mi dispiace non ci sia tutta questa attenzione quando si tratta di giudicare la qualità, lo spessore umano e politico degli uomini candidati. Questo tipo di atteggiamento è purtroppo frutto di quel pregiudizio figlio di una cultura maschilista di cui si fanno spesso paladine proprio le donne e che fa, e ha fatto, tanto male alla causa femminile. Donne che si scagliano contro altre donne, una guerra fra poveri che ha come sola ed unica vittima la nostra credibilità e la capacità di fare squadra per la conquista dei luoghi decisionali. Vorrei per il mio genere almeno pari opportunità di partenza : che le donne siano giudicate per quello che fanno e per come si muovono in politica, quando scendono in campo e in base alle loro proposte”. Battuta sempre pronta, umorismo tipicamente romano, fra le armi vincenti dell’esponente pdiellina c’è innanzitutto una forte dose d’ironia :“Dove sta scritto che bisogna essere brutta per esprimere un pensiero?” ha sentenziato recentemente fra il serio e il faceto. Da ultimo è stata nominata portavoce di Renata Polverini nella corsa per la conquista della giunta regionale del Lazio. Piazze, appuntamenti televisivi, incontri elettorali. Per tre mesi è stata l’ombra dell’aspirante presidente del Pdl. Una battaglia lunga e faticosa, coronata tuttavia da un insperato successo. Centrato l’obiettivo, ora la tigre del Campidoglio è pronta a lanciarsi verso nuovi, importanti traguardi.
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