Vi invitiamo a diventare nostri fan su facebook, cliccando qui
Follow @SBidimedia
E’ il personaggio del momento.
Onnipresente, sulla bocca di tutti, investigato, vivisezionato.
E’ Matteo Renzi.
Su di lui si sta dicendo e si sta scrivendo di tutto. Addirittura, Silvio Berlusconi – che lo teme parecchio – ha recentemente parlato di un “colpo a sorpresa” che potrebbe mettere a tappeto il Sindaco di Firenze, Segretario del PD in pectore.
Ma che tipo di “animale” politico è Matteo Renzi? La riposta a questa domanda si presenta tutt’altro che facile, ma senza ombra di dubbio egli rappresenta quel genere di personalità che trova in sé stessa il suo programma ed il suo consenso.
Il programma di Matteo Renzi, quindi, si chiama Matteo Renzi.
Così come lo è la sua visione post-ideologica di futuro, la sua proiezione in avanti, ma anche la sua immediata capacità di rompere ogni diaframma con l’interlocutore, di metterlo subito a suo agio, come la persona che si incontra per la prima volta con cui si entra subito in sintonia, avendo l’impressione di conoscerlo da anni: a chi non è mai capitato?
Nel caso di Matteo Renzi, si tratta di una modalità comunicativa di tipo orizzontale, da “pari a pari”, molto diversa rispetto a quella – ad esempio – di Silvio Berlusconi, in cui la innegabile rottura del diaframma interpersonale di cui sopra (che in molti testimoniano), nulla toglieva alla verticalità relazionale, alla “superiorità” insita nella posizione dell’imprenditore affermato e dell’uomo più potente del Paese.
Del resto, per Silvio Berlusconi parla, più che la sua stessa personalità, la propria storia, imprenditoriale in primis.
Tornando a Matteo Renzi, le caratteristiche della sua personalità politica gli consentono una grande manovrabilità programmatica: rottamatore, sindaco del fare con tanto di casco in testa e visite notturne ai cantieri, ma all’occorrenza anche liberista o quantomeno liberale. Il tutto assieme alla costante indicazione della centralità del sistema educativo (un condizionamento della moglie insegnante?) ed alla apertura sulle tematiche dell’immigrazione.
Insomma, un personaggio non inquadrabile, forse sfuggente, in cui la tattica e la strategia mutano nel tempo, si adattano in maniera camaleontica.
Comments
E’ il personaggio del momento.
Onnipresente, sulla bocca di tutti, investigato, vivisezionato.
E’ Matteo Renzi.
Su di lui si sta dicendo e si sta scrivendo di tutto. Addirittura, Silvio Berlusconi – che lo teme parecchio – ha recentemente parlato di un “colpo a sorpresa” che potrebbe mettere a tappeto il Sindaco di Firenze, Segretario del PD in pectore.
Ma che tipo di “animale” politico è Matteo Renzi? La riposta a questa domanda si presenta tutt’altro che facile, ma senza ombra di dubbio egli rappresenta quel genere di personalità che trova in sé stessa il suo programma ed il suo consenso.
Il programma di Matteo Renzi, quindi, si chiama Matteo Renzi.
Così come lo è la sua visione post-ideologica di futuro, la sua proiezione in avanti, ma anche la sua immediata capacità di rompere ogni diaframma con l’interlocutore, di metterlo subito a suo agio, come la persona che si incontra per la prima volta con cui si entra subito in sintonia, avendo l’impressione di conoscerlo da anni: a chi non è mai capitato?
Nel caso di Matteo Renzi, si tratta di una modalità comunicativa di tipo orizzontale, da “pari a pari”, molto diversa rispetto a quella – ad esempio – di Silvio Berlusconi, in cui la innegabile rottura del diaframma interpersonale di cui sopra (che in molti testimoniano), nulla toglieva alla verticalità relazionale, alla “superiorità” insita nella posizione dell’imprenditore affermato e dell’uomo più potente del Paese.
Del resto, per Silvio Berlusconi parla, più che la sua stessa personalità, la propria storia, imprenditoriale in primis.
Tornando a Matteo Renzi, le caratteristiche della sua personalità politica gli consentono una grande manovrabilità programmatica: rottamatore, sindaco del fare con tanto di casco in testa e visite notturne ai cantieri, ma all’occorrenza anche liberista o quantomeno liberale. Il tutto assieme alla costante indicazione della centralità del sistema educativo (un condizionamento della moglie insegnante?) ed alla apertura sulle tematiche dell’immigrazione.
Insomma, un personaggio non inquadrabile, forse sfuggente, in cui la tattica e la strategia mutano nel tempo, si adattano in maniera camaleontica.