martedì 13 luglio 2010
Le nuove stelle della politica italiana - Souad Sbai
Passione e fatica al servizio delle donne arabe immigrate in Italia declinate in una battaglia perenne finalizzata a migliorare il tenore di vita di una delle fasce della popolazione più colpite da soprusi e angherie. E’ una storia piena di coraggio ed amore quella di Souad Sbai, donna dalle mille risorse che può vantare la forza fiera di chi ha toccato con mano l’orrore della discriminazione e ha saputo rialzarsi senza perdere quella dignità inalienabile ma talvolta preda dei peggiori istinti umani in grado di spegnere il fuoco della speranza, emblema della fierezza di chi si oppone al sonno della ragione pur sapendo che ne pagherà le conseguenze sulla propria pelle. Nata a Stettat, in Marocco, il 5 Febbraio 1961, negli occhi e nel cuore della piccola Souad alberga la voglia di impegnarsi attivamente a favore dell’emancipazione della figura femminile, ancora legata ad un passato di soggiogamento da un’interpretazione oltranzista e reazionaria della Sharia che in alcuni Paesi islamici si traduce in una persistente ed inaccettabile negazione dei pur minimi diritti garantiti a quello che resta a tutti gli effetti il sesso debole. Così la promettente Souad studia, si applica poi arriva il trasferimento in Italia, dove si integra senza problemi, divenendo cittadina italiana nel 1981. Brillante il suo percorso di studi, fra cui spicca l’iscrizione alla facoltà di Lettere e filosofia all’Università La Sapienza, dove consegue la laurea con una tesi sul diritto islamico. L’intraprendente Souad non si ferma di certo qui e decide di iscriversi al dottorato di ricerca in Diritto comparato presso la facoltà degli Studi politici e per l’alta formazione europea e mediterranea alla Seconda Università di Napoli “Jean Monnet”. La tesi, agguantata nell’anno accademico 2004-2005, non poteva che riguardare un tema a lei molto caro, ovvero “Diritti delle donne e associazionismo femminile nei Paesi del Maghreb”. L’esponente del Pdl è in prima linea contro la feroce pratica dell’infibulazione, imposta sul corpo delle donne perfino nel cuore dell’Europa. Proprio l’infibulazione è l’argomento trattato nell’ambito del master in medicina sociale, organizzato nel 2006 dall’Università Sant’Andrea di Roma, al quale partecipa in veste di docente. Fra le priorità dell’attività formativa e sociale, svolta dalla paladina dei diritti delle donne, ci sono le dinamiche connesse all’immigrazione volte a garantire e rafforzare il più possibile l’integrazione degli stranieri in Italia. “Immigrazione e integrazione” è il titolo del master organizzato presso la Seconda Università di Napoli “Jean Monnet”, per favorire il dialogo fra le culture e fra le diverse confessioni religiose. Ideatrice e strenua organizzatrice di convegni e seminari internazionali sui temi dell’immigrazione, ha vestito i panni di docente in numerosi corsi di laurea e master tenuti all’Università La Sapienza ed all’Università degli studi Roma tre. Innumerevoli inoltre le esperienze acquisite nel campo dell’informazione, a partire dall’attività di giornalista e caporedattore del mensile in lingua araba “Al Maghrebiya”, edito in lingua araba e appositamente pensato per spiegare usi e costumi dell’Italia alla folta schiera di immigrati presenti nel nostro Paese. Opinionista del quotidiano “Avvenire”, Souad scrive con cadenza regolare sul quotidiano online “L’Occidentale”. Promotrice del centro culturale “Averroè” di Roma per la diffusione delle culture dell’area prospiciente il Mediterraneo, dal 1997 assume l’incarico di presidente dell’associazione Acmid- Donna onlus, l’associazione delle donne marocchine in Italia. Dal 1994 al 1998 è stata responsabile delle relazioni pubbliche della rivista mensile “Oltre”. La caporedattrice di “Al Maghrebiya” può vantare una collaborazione con Raitre per il programma sull’immigrazione “Un mondo a colori”, dedicato al racconto ed all’approfondimento dei casi di stranieri che sono riusciti a trovare fortuna e lavoro nel Belpaese, testimoniando in prima persona la capacità di integrarsi fuori dal proprio Paese. Nel 2005 la paladina dei diritti femminili entra a far parte della federazione per l’Islam moderato e pluralista, istituito presso il ministero dell’Interno mentre nel 2007 diventa componente della commissione “Salute e immigrazione”, costituita presso il ministero della Salute. Il suo impegno al fianco delle donne emarginate e sfruttate nonché la caparbietà nell’affrontare di petto temi tutt’altro che facili consentono alla portavoce delle donne marocchine in Italia di farsi notare ed apprezzare anche a livello politico. La proposta di candidarsi in occasione delle elezioni politiche del 2008 arriva dai vertici del Pdl. Un’occasione preziosa per portare all’interno del Parlamento le istanze dei tanti immigrati desiderosi di integrarsi in Italia rispettando le regole ed evitando rischiose derive verso l’estremismo e l’integralismo più duro. Eletta nella circoscrizione Puglia, la parlamentare pidiellina si caratterizza subito per il suo attivismo. Fra le proposte di legge presentate come firmatario vanno segnalate l’istituzione della consulta permanente per l’immigrazione, le modifiche all’articolo 21 del testo unico sulle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero con particolare riferimento alle quote riservate nella determinazione dei flussi di ingresso dei lavoratori stranieri nonché una modifica all’articolo 12 del testo unico delle imposte sui redditi in materia di incremento delle detrazioni per carichi di famiglia in favore delle donne lavoratrici. Buona parte dell’attività parlamentare dell’esponente del centrodestra è caratterizzata dalla ferma opposizione alla negazione dei diritti umani, a cominciare dall’imposizione di indossare il burka o il niqab. Il 6 Maggio 2009 l’onorevole Sbai ha presentato una proposta di legge finalizzata all’introduzione del divieto di indossare i tradizionali copricapo islamici. La sfida a dogmi apparentemente imbattibili e tradizioni arcaiche non si fa solo nelle aule del Parlamento! E così l’intransigente Souad si mobilita per Sanaa ed Hina, due giovani ragazze accomunate da uno stile di vita “troppo occidentale” per poter essere accettate dai rispettivi padri, resisi protagonisti di due efferati figlicidi. Toni fermi, linguaggio privo di ambiguità, la deputata del Pdl ha ormai guadagnato visibilità e prestigio, come testimoniano le crescenti ospitate in tv, specialmente quando si parla di argomenti connessi all’integrazione, alle politiche sull’immigrazione ed al ruolo della donna nelle società islamiche. C’è da scommettere dunque che sentiremo parlare ancora a lungo di questa piccola grande donna disposta a lottare per la libertà e l’uguaglianza.
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