lunedì 19 aprile 2010

Le nuove stelle della politica italiana - Debora Serracchiani


“Mai una linea chiara, mai una linea e soprattutto mai una linea unica”. Le dichiarazioni in questione, riferite all’evanescenza programmatica del Partito democratico, non sono l’estratto di un intervento pronunciato da un ministro del Pdl o da un portavoce del governo. A lanciare il sasso nello stagno, non lesinando aspre critiche al proprio partito di riferimento, è una giovane promessa della politica italiana. Teatro del pesante atto d’accusa sferrato ai “senatori” del partito è il palco dell’assemblea nazionale dei circoli democratici, dal quale con non poca emozione si rivolge all’intera classe dirigente, ancora scossa dalle dimissioni del segretario Walter Veltroni. E’ un j’accuse duro e senza sconti quello pronunciato tutto d’un fiato da Debora Serracchiani :“I nostri elettori, per disperazione e per assenza di alternativa, hanno votato e votano Di Pietro che è a capo di un partito fai da te, personale e personalista, che con il centro sinistra non ha nulla a che vedere e il problema non è stato quello di averlo scelto come nostro alleato, ma è stato quello di avergli fatto fare da solo l’opposizione su temi che ci appartengono, come il conflitto di interessi e la questione morale”.
Fortemente preoccupata per un futuro che si presenta a tinte fosche per la sinistra italiana, la giovane pasionaria friulana analizza con lucidità le ragioni delle interminabili divisioni interne che hanno portato alle dimissioni di Veltroni, mettendo sotto accusa l’autoreferenzialità di un partito appena nato ma già avvertito come vecchio dal proprio elettorato di riferimento. “La verità è che, in questi pochi mesi di vita del partito democratico, almeno io ho avuto la netta impressione che l’appartenenza al nuovo partito fosse sentita molto di più dalla base che dai dirigenti. Noi dobbiamo superare i protagonisti e i personalismi – scandisce l’intraprendente segretario cittadino del Pd di Udine - ed avere una nostra politica che sia nuova e se necessario rinnovata. Abbiamo bisogno di una nuova generazione politica che non è solo una questione anagrafica ma è una questione di mentalità, una mentalità che non sia ancorata alla difesa dell’identità ma votata alla costruzione convinta del partito democratico. Una mentalità che è difficile riscontrare, io lo credo, in quelli che per anni hanno vissuto come ad opposte fazioni e che non è detto che esista in coloro che indichiamo come dirigenti solo perché sono giovani o perché sono figli di. Non basta, non basta, ci illudiamo se crediamo che il cambiamento avvenga spontaneamente, noi dobbiamo conquistarlo”.
Nata a Roma il 20 Novembre 1970, la stella nascente del Pd ha vissuto per talmente tanto tempo ad Udine da essere considerata ormai friulana d’adozione. Nella città simbolo del Nordest ingegnoso ed operoso, esercita la professione di avvocato. Ma la sua vera passione è la politica, intesa come servizio per il bene della collettività. L’ascesa del volto acqua e sapone della sinistra italiana inizia dunque dalla seconda municipalità di Udine, dove viene eletta consigliere circoscrizionale. La capacità di dare voce al sentire popolare e l’attenzione ai problemi quotidiani dei cittadini, le consentono di spiccare il volo in consiglio provinciale. Nel 2006, infatti, risulta eletta nel collegio 1 nella lista dei Democratici di sinistra, diventando vice capogruppo e vicepresidente della commissione consiliare Ambiente ed energia. Risale, invece, al Dicembre 2008 l’investitura a segretario comunale del Partito democratico di Udine.
La carriera politica della futura europarlamentare è ad una svolta. Dopo l’intervento pronunciato il 21 Marzo davanti a migliaia di delegati democratici provenienti dalle zone più disparate d’Italia, per Debora è un crescendo. Interviste sui quotidiani, apparizioni televisive, citazioni a raffica. Ad incuriosire esperti e simpatizzanti è soprattutto la sua capacità di andare dritta al cuore dei problemi, evitando inutili giri di parole che tanto piacciono al teatrino della politica. Frangetta sbarazzina, sguardo vispo facilmente incline al sorriso, il “battesimo di fuoco” per l’esponente piddina arriva con le elezioni europee. Il suo è un compito tutt’altro che facile, data l’elevata attenzione mediatica scatenata dalla sua discesa in campo in una competizione così importante. L’aspirante parlamentare europea non delude le aspettative, guadagnando ben 144mila preferenze. E’ un trionfo che va al di là delle attese. Debora “sfonda” nella sua regione, dove supera perfino Silvio Berlusconi.
Membro effettivo della commissione Trasporti e turismo, è inoltre supplente nella commissione Giustizia e libertà civili. Tuttavia nella mente e nel cuore dell’onorevole Serracchiani c’è prima di tutto il suo Friuli, al quale è legatissima. Un rapporto intenso e pieno di reciproci attestati di stima, testimoniato dall’elezione alla carica di segretario regionale del Partito democratico, conseguita alle elezioni primarie del 25 Ottobre 2009. Conquistato lo scranno a Bruxelles, diventa uno dei volti di punta del partito. Nell’ultima settimana l’abbiamo vista a Ballarò e a Tetris, il talk show de La7 condotto da Luca Telese. Fra i punti di forza della parlamentare europea c’è sicuramente il rapporto diretto con gli elettori, a cominciare dal suo blog, dove lascia costantemente messaggi, impressioni ed opinioni inerenti ai suoi impegni riguardanti sia il lavoro fra i banchi dell’Europarlamento che le iniziative messe in piedi dal coordinamento regionale friulano. Ed ora in molti si chiedono se, dopo i vari successi raccolti nella sua breve ma intensa avventura politica, Debora Serracchiani voglia proseguire la scalata verso la segreteria nazionale del Pd. Sarà lei la prima donna a conquistare la leadership di un partito in Italia?

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