lunedì 31 maggio 2010

Elezioni comunali - Trentino Alto Adige

Si è appena concluso il turno di ballottaggio delle elezioni comunali in Trentino Alto Adige: vediamo ora cosa è cambiato nei comuni maggiori.

Il risultato delle elezioni di 5 anni fa era stato il seguente: 8 comuni al centrosinistra ( tra cui Bolzano), 3 al centrodestra, 11 vinti da liste più o meno civiche.
Nelle elezioni di quest'anno, tra I e II turno, il centrodestra ha confermato due comuni (Lavis e Avio) mentre ha perso, in favore del csx, Ala.
Il centrosinistra, invece, ha confermato i suoi 8 comuni (Arco, Bolzano, Brentonico, Bressanone, Laives, Merano, Riva del Garda, Rovereto) ed ha conquistato Ala ( dal cdx) Dro', Mori, Storo ( precedentemente amministrati da liste civiche). Le civiche, che controllavano 11 comuni, ora passano a 9, data la vittoria a Ledro ( per la prima volta al voto) ed i tre passaggi al centrosinistra sopra descritti.
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sabato 29 maggio 2010

Elezioni politiche - Repubblica Ceca

Praga, 29 mag. (Apcom-Nuova Europa) - Seconda giornata di voto in Repubblica Ceca, all'ombra della crisi greca e con la sinistra proiettata verso la vittoria. Se a Praga e dintorni non si teme davvero uno scenario di tipo ateniese, per i cechi è comunque giunto il momento di una scelta difficile. In occasione del rinnovo della Camera dei deputati, gli elettori sono chiamati a sottoscrivere o gli appelli al rigore economico del centrodestra o le promesse di maggior attenzione al welfare dei partiti di sinistra. Una posta in gioco che potrebbe rivelarsi decisiva per il Paese, soprattutto alla luce dei propositi di ingresso futuro nella eurozona. Ma difficilmente da questo voto uscirà un assetto in grado di dare alla Repubblica ceca un governo stabile. Le urne saranno aperte ieri dalle 14 alle 22, lo saranno oggi dalle 8 alle 14. I risultati sono attesi nella tarda serata. Secondo gli ultimi sondaggi, è praticamente certa la maggioranza relativa del partito Socialdemocratico (Cssd), guidato dal candidato premier Jiri Paroubek, e addirittura possibile un futuro governo di sinistra basato su un accordo fra la Cssd e i Comunisti del Kscm. Nell'agenda elettorale dei socialdemocratici c'è un aumento del peso fiscale per le aziende dal 19 al 21%, e una tassa per i più redditi più alti, al 38%. Promessi anche aumenti delle pensioni di anzianità e l'abolizione del ticket per le visite mediche. La sinistra porterà il Paese sulla via del disastro greco, è l'accusa del partito Democratico civico (Ods), la principale forza del centrodestra ceco, che candida Petr Necas: immagine di politico pulito, una rarità sull'attuale panorama ceco, ma poco carisma. Il momento non è fra i più facili. Anche in Repubblica ceca - Paese che sinora ha dimostrato di saper reggere l'urto della crisi e di avere un sistema economico in grado di puntare a una ripresa - c'è la necessità di tenere attentamente sotto controllo la finanza pubblica. Il ministro delle Finanze Eduard Janota - componente del governo tecnico che da maggio dello scorso anno è alla guida del Paese - pone l'accento sul problema del deficit crescente (5,9% del Pil nel 2009) e sulla necessità il prossimo anno di prevedere rilevanti tagli della spesa pubblica. Il debito della Repubblica ceca è uno dei più bassi tra i Paesi dell'Unione europea, il 35,4% del Pil nel 2009. Ciò che preoccupa è piuttosto la tendenza all'aumento, se si pensa che appena nel 2008 l'indebitamento ceco rappresentava solo il 30% del Pil. Janota è considerato uno dei massimi esperti cechi di conti pubblici, ai vertici delle Finanze da più di venti anni e i timori che esprime non sono certamente immotivati. La sua ricetta però mal si concilia con gli impegni presi sinora dal leader Socialdemocratico Paroubek. A complicare il quadro, c'è il fatto che i leader degli altri partiti in corsa in campagna elettorale hanno escluso la possibilità di stringere accordi di governo con Paroubek. Il governo se lo vada a fare coi Comunisti" ha messo le mani avanti Petr Necas, candidato premier Democratico civico, l'Ods, la principale forza del centro destra ceco. Il ruolo di primo antagonista di Paroubek spetta proprio al 46enne Necas, ex ministro del Lavoro nel precedente governo a guida Ods, il quale si è ritrovato a fare il candidato premier appena due mesi fa, dopo l'improvviso siluramento dell'ex premier Mirek Topolanek da parte dello stato maggiore Ods.

Ed ecco l'ultimo sondaggio:

STEM, CATI 1257 ( tra parentesi la variazione rispetto alle precedenti elezioni)

1.CSSD (socialdemocratici, Csx) 27% (-5.3% )
2.ODS (Cdx ) 18.7% (-17.1%, ha subito la scissione del TOP'09)
3.KSCM (comunisti.) 11.8% (-1%)
4.TOP'09 (Cdx) 9.% (nuovo)
5.VV ( Cdx ) 8.9% (nuovo)


UPDATE: Siamo oltre un quinto del voto (20.4% dei voti scrutinati MA SOLO L'1.69% DEI VOTI DI PRAGA, dove il CSSD è debole)

1. CSSD (Csx) 24% (exit poll: 20%)
2. ODS (Cdx) 18% (exit poll: 20%)
3. TOP'09 (Cdx più centrista) 14% (exit poll: 17%)
4. Comunisti 13% (exit poll: 11%)
5. VV (Cdx) 11% (exit poll: 11%)
------SOGLIA DI SBARRAMENTO-----
6. Democristiani 4.6% (exit poll: 5%)
7. SPOZ (Csx) 4.6% (exit poll: 4%)


Risultati definitivi in Repubblica Ceca

1. CSSD 56 seggi (-18)
2. ODS 53 seggi (-28)
3. TOP'09 41 seggi (+41)
4. KSCM (comunisti) 26 seggi (0)
5. VV 24 seggi (+24)

Fuori dal Parlamento
Democristiani 0 seggi (-13)
Verdi 0 seggi (-6)

Coalizioni possibili:
ODS-TOP'09-VV: 118 seggi
CSSD-TOP'09-VV: 121 seggi (possibile, ma non molto probabile)
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lunedì 24 maggio 2010

Le nuove stelle della politica italiana - Laura Puppato


Da outsider ingombrante, tenuta ai margini della stanza dei bottoni, a salvatrice del malconcio vascello democratico. Sarà questa la sorte di una delle donne più promettenti e apprezzate del Partito democratico? Stiamo parlando naturalmente di Laura Puppato, uno dei pochi sindaci rimasti al centrosinistra dopo gli esiti tutt’altro che positivi dei test elettorali succedutisi negli ultimi anni, che nelle regioni del Nord hanno visto trionfare Pdl e Lega. Nata nel 1957 a Crocetta del Montello, in provincia di Treviso, la combattiva Laura ha conseguito il diploma magistrale. Al termine del brillante percorso scolastico, si iscrive alla facoltà di Scienze politiche, dove studia per tre anni ma dopo la maternità decide di lasciare gli studi. Il suo sogno, ancora oggi irrealizzato, è quello di diventare magistrato. Intrapresa la carriera di imprenditrice nel settore assicurativo - finanziario, l’esponente piddina si dedica anima e corpo al mondo del volontariato, impegnandosi prima come attivista nel Wwf e diventando poi presidente della sezione Montello Piave. Sono i primi anni Novanta quando la stoica Laura partecipa ad azioni di volontariato in soccorso delle popolazioni di Bosnia e Croazia, duramente colpite dal conflitto jugoslavo che insanguina lo scacchiere dei Balcani dal 1990 al 1995. Ma è una battaglia di carattere ambientalista a darle notorietà e prestigio. Dopo essersi schierata contro la costruzione di un inceneritore dal forte impatto ambientale, il volto acqua e sapone del Pd decide di candidarsi a sindaco nel comune di Montebelluna con una lista civica. La prima avventura elettorale la vede subito vincitrice, proiettando la tenace attivista alla guida di una realtà locale inserita in una delle province più leghiste d’Italia. Attenzione per le questioni ambientali, mobilità e politiche sociali. Queste le priorità perseguite con determinazione dal sindaco di Montebelluna fin dall’inizio della sua attività politica. Il duro e faticoso lavoro alla guida della macchina amministrativa le valgono l’attenzione degli esponenti veneti dell’Ulivo, che decidono di appoggiarla senza indugi alle elezioni comunali del 2007, quando il primo cittadino uscente viene riconfermata con un vero e proprio plebiscito. Dopo sei anni di amministrazione, nel 2008 il sindaco di Montebelluna ritira il premio Amico della famiglia, classificandosi al secondo posto, e il Leone dell’innovazione, attribuito dall’Anci. Grazie all’efficacia ed all’efficienza dei processi amministrativi, l’amministrazione comunale del piccolo centro veneto viene insignita del premio Qualità delle amministrazioni pubbliche. Nel 2009 l’eroina veneta del Pd si appresta a lanciarsi in una nuova sfida, ovvero la conquista di un seggio in Europa. Accettando la candidatura, l’aspirante europarlamentare dichiara :“Accettare questa sfida è stato motivo di ampia riflessione ma anche di orgoglio per me, per la nostra amministrazione e per il nostro comune. Una sfida tutta da giocare sui valori che sono stati alla base della mia esperienza politico-amministrativa, perché sono fondanti per la mia vita: l’onestà e la passione politica, il lavoro costante e determinato, il rispetto autentico verso ogni persona. L’Europa non è lontana, anzi guida oltre l’80% della nostra politica nazionale e regionale, ha portato benefici in Paesi come la Grecia, la Spagna e il Portogallo che hanno eletto una classe politica che ha saputo portare le loro necessità e le loro volontà di crescita sociale ed economica all’attenzione del Parlamento europeo. Si può ancora fare molto, anche per il nostro territorio”. Centrata l’elezione a Strasburgo, è già tempo di guardare al futuro. In vista del rinnovo della giunta regionale inizia a circolare con insistenza il suo nome come possibile avversaria da opporre al leghista Luca Zaia. 120 comitati locali ed insigni intellettuali rendono pubblico il proprio sostegno alla discesa in campo dell’europarlamentare ma a prevalere è la candidatura di Giuseppe Bortolussi. Candidatasi nelle liste regionali del Pd, l’onorevole Puppato riesce a cogliere in ogni caso un risultato più che sorprendente dall’alto delle 26230 preferenze raccolte, un vero e proprio record. “Credo che il nostro Paese stia vivendo esperienze molto diverse e non soltanto dal punto di vista economico, da tempo si percepisce la necessità di un ascolto più diretto, di una vicinanza immediata e concreta alle esigenze ed agli obiettivi dei cittadini. Sono convinta – afferma l’astro nascente del firmamento democratico dopo la pesante sconfitta del centrosinistra veneto – che i tempi siano maturi per la nascita di un Pd del nord, federato a quello nazionale, espressione che risponde a un progetto di presenza e di protagonismo sul territorio. Io ritengo essenzialmente che la politica sia uno strumento utile ad assolvere i bisogni collettivi e come amministratrice credo nel lavoro onesto, nella credibilità delle persone, nella determinazione nell’affrontare i problemi”. Sguardo fiero e sicuro di se, linguaggio pragmatico e privo di fronzoli, in riferimento ad una possibile nomina alla segreteria regionale, la parlamentare europea ha recentemente dichiarato :“Io non indietreggio davanti alle responsabilità e chi mi conosce lo sa bene. Dico questo: se c’è chiarezza e collaborazione, allora si, sono disponibile. Naturalmente mi riferisco ad un ruolo di guida politica che prescinde dalla segreteria regionale del partito, alla quale non aspiro. Non è possibile fare carico ad una sola persona del destino di una forza importante e rappresentativa, sarebbe come mandare avanti un volontario per azzopparlo. Serve un chiarimento sulla linea da seguire con una comune assunzione d’impegno. Dopo questo tonfo elettorale non sono più ammessi errori né ambiguità sulla politica da seguire. Le divisioni, i veti incrociati e la paura del ricambio ci hanno già penalizzato abbastanza. Allora io sono pronta, ma nella chiarezza e nella collegialità. Credo in un partito federalista e riformista che stia in mezzo alla gente, ne rifletta le istanze e le traduca in scelte concrete”. Una vera e propria dichiarazione di intenti che induce a pensare che la neo consigliere regionale sia pronta a gettare le basi per una svolta di un Pd che, in Veneto più che altrove, sembra avere il fiato troppo corto rispetto alla coalizione avversaria.
Toccherà dunque a lei il ruolo di salvatrice del malconcio vascello democratico? A breve sono attese interessanti novità …

Al
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giovedì 20 maggio 2010

Elezioni politiche - BiDiMedia - 20 Maggio

Rilevazione 15 Aprile
Rilevazione 3 Maggio
Rilevazione 12 Maggio

PDL 32,4% (-1,1%)
LEGA NORD 12,7% (+0,7%)
MPA 0,8% (-0,1%)
ALTRI CDX 0,6% (INV)
Totale cdx 46,5% (-0,5%)

UDC 6,3% (-0,1%)
ALLEANZA PER L'ITALIA 1% (+0,3%)
Totale centro 7,3% (+0,2%)

PD 25,3% (-0,8%)
IDV 7,5% (+0,1%)
SEL 3,5% (+0,1%)
RAD 1,1% (-0,2%)
VERDI 0,8% (+0,2%)
PSI 0,8% (+0,2%)
Totale Csx 39% (-0,4%)

FED.SIN. 2% (+0,2%)

M5S 2,6% (+0,2%)

FT - FN 0,6% (+0,1%)

LA DESTRA 1% (+0,1%)

Altri 1% (+0,1%)

Nello scorso rilevamento, si era notata una certa bipolarizzazione dell'elettorato. Prontamente questi dati ci smentiscono: i due partiti maggiori perdono circa un punto ( meno il pd del pdl ), boom della lega che continua a puntare verso l'alto. Il partito di Bossi, però, recupera solo in parte i voti persi dal pdl (in costante decrescita da ormai molto tempo: il pdl al 40% di qualche tempo fa è ormai solo un ricordo). Buona prova dell'Api di Rutelli che si porta all'1%. In generale crescono tutti i partiti minori, sia di destra che di sinistra, con una buona prova di Sel che ormai sembra aver raggiunto una base del 3-3,5% difficilmente perdibile.
Con questi dati ( con, ricordo, coalizioni abbastanza arbitrarie ) il centrosinistra sarebbe a 7,5 punti dal centrodestra. Ancora troppi per poter impensierire Berlusconi.
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lunedì 17 maggio 2010

Elezioni Comunali - Aosta

E’ il capoluogo più piccolo e meno popolato d’Italia, ubicato in una regione a cavallo fra due nazioni e circondata da incantevoli rilievi montuosi. Il 23 Maggio Aosta è chiamata alle urne per scegliere il prossimo sindaco. La notizia potrebbe essere rapidamente archiviata ad evento privo di importanza se non fosse che, nonostante si tratti di una realtà locale piuttosto piccola, il turno elettorale alle porte non sia scevro da una serie di peculiarità ed interessanti novità che non saranno certamente sfuggite ai palati più fini ed agli amanti dei test elettorali più disparati. La novità più rilevante riguarda la rottura dello storico patto che per decenni ha tenuto assieme i movimenti autonomisti, Union Valdotaine in testa, e i partiti della sinistra moderata. Dopo decenni di collaborazione, il movimento guidato da Ego Perron ha deciso di tagliare i ponti con i partiti di centrosinistra avviando una fase di progressivo avvicinamento alle forze politiche che a livello nazionale reggono le sorti del governo Berlusconi. La virata tuttavia non è stata indolore bensì ha rappresentato l’esito di una lunga quanto laboriosa consultazione della base. Dietro la strategia del movimento autonomista valdostano c’è innanzitutto la volontà di guadagnare visibilità e peso strategico, contando di più sullo scenario politico nazionale in vista dell’approvazione dei decreti attuativi sul federalismo fiscale, tema molto caro alle forze autonomiste. L’inedita alleanza, che ha sdoganato il Pdl e la Lega, da sempre all’opposizione, ha portato ad uno sconvolgimento dei tradizionali assetti politici. Detta così la sfida sembrerebbe dunque segnata ma il cammino verso l’affermazione dell’inedita accoppiata Pdl-Uv è costellata di dubbi ed interrogativi che rendono meno scontata di ciò che appare una vittoria sulla carta ampiamente alla portata. Non è detto infatti che la nuova geografia politica venga accettata dall’elettorato, solitamente poco incline a cambiamenti repentini e improvvisi sconvolgimenti. La questione fondamentale è legata alla tenuta elettorale della nascente alleanza allargata al centrodestra, la cui forza è tutta da dimostrare ed attende il via libera dell’elettorato. La sfida vede tre coalizioni in campo a contendersi la guida della città. La coalizione autonomista, sostenuta dal centrodestra, candida Bruno Giordano. “L’accordo per Aosta serve a portare avanti un progetto che non può svilupparsi se non con una disponibilità finanziaria piuttosto cospicua. Non è più il programma di “Aosta capitale” di una volta – ha spiegato il presidente della Regione, Augusto Rollandin - con quelli che sono i fondi messi a disposizione per quattro rotonde e alcuni miglioramenti. Questo è un progetto che prevede una serie di investimenti molto alti e che quindi vanno misurati in un confronto che sarà politico. Il programma dovrà essere visto come un accordo a livello regionale, il che porta ad un dibattito che sarà realizzato su questi temi per avere le convergenze e le disponibilità finanziarie che passano attraverso una serie di disposizioni collegate anche a quella che sarà l’attuazione del federalismo fiscale”. L’obiettivo è quello di vincere al primo turno puntando su un programma elettorale a metà fra continuità e innovazione, come ha confermato l’aspirante primo cittadino indicato dal cartello autonomista Bruno Giordano :"Oggi Aosta è un moderno capoluogo di regione e noi vorremmo farla diventare la capitale della nostra autonomia, capace di guardare al futuro, cambiando nel ruolo e contemporaneamente cambiando nel volto. Lo vogliamo fare perché riteniamo che le grandi opere saranno in grado di migliorare la qualità della vita, in primis dei nostri concittadini e anche dei tanti visitatori che crediamo di poter ospitare nel prossimo futuro nella nostra bellissima città, una città rinnovata, di respiro europeo che fonda i suoi presupposti sul nuovo progetto universitario che contribuirà, oltre ad arricchirla dal punto di vista culturale, anche a quel naturale riequilibrio fra giovani e meno giovani perché il trend annuale di Aosta purtroppo vede un progressivo e costante invecchiamento della nostra popolazione”. Lo schieramento “Aosta che vogliamo” formato da Pd, Italia dei Valori, Sinistra Ecologia e Libertà insieme al Partito socialista scommette invece sulla candidatura di Michele Monteleone, consigliere comunale uscente. Terzo incomodo Carlo Curtaz, appoggiato dall’Alpe e dagli altri partiti che si posizionano a sinistra del Pd. Cinque anni fa a vincere fu Guido Grimod, espressione della consolidata (all’epoca) alleanza Pd-Uv, con il 57,4%, seguito da Roberto Luovin, appoggiato da Rifondazione, Verdi e Partito popolare valdostano con il 33,1%. Magro invece il bottino per i due aspiranti sindaci espressione del centrodestra : appena il 6,6% andò all’azzurro Ettore Vierin mentre il candidato di An Domenico Aloisi si fermò al 2,4%. Il quadro si è completamente capovolto rispetto a cinque anni fa. Riuscirà la “strana coppia”, Uv-Pdl, a portare a casa un risultato storico destinato ad avere contraccolpi anche sulla giunta regionale e nella Conferenza Stato-Regioni o arriverà l’immancabile colpo di scena? Per saperlo basterà attendere pochi giorni …

Al
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giovedì 13 maggio 2010

Elezioni politiche - BiDiMedia - 12 Maggio

Rilevazione 15 Aprile
Rilevazione 3 Maggio

PDL 33,5% (+0,4%)
LEGA NORD 12% (+0,3%)
MPA 0,9% (+0,1%)
ALTRI CDX 0,6% (-0,1%)
Totale cdx 47% (+0,7%)

UDC 6,4% (+0,7%)
ALLEANZA PER L'ITALIA 0,7% (-0,1%)
Totale centro 7,1% (-0,1%)

PD 26,1% (+0,1%)
IDV 7,4% (+0,4%)
SEL 3,4% (INV)
RAD 1,3% (+0,2%)
VERDI 0,6% (-0,1%)
PSI 0,6% (INV)
Totale Csx 39,4% (+0,6%)

FED.SIN. 1,8% (-0,3%)

M5S 2,4% (-0,4%)

FT - FN 0,5% (-0,1%)

LA DESTRA 0,9% (-0,2%)

Altri 0,9% (-0,2%)

Come promesso, eccoci di nuovo qui con nuovi dati a pochi giorni dalla scorsa rilevazione. Nel frattempo, però, abbiamo ricevuto molti dati che ci danno la situazione scritta sopra. Si bipolarizza lo scontro con tutti i piccoli partiti fuori dalle grandi coalizioni (compreso il Movimento 5 Stelle di Grillo) che perdono qualche decimale, deprezzandosi complessivamente di 1,3 punti percentuali che si ripartiscono in modo quasi speculare tra il cdx e il csx. Nelle due coalizioni stabili molti partiti, tonici (rispetto alla precedente rilevazione) Idv, Pdl e Ln.
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martedì 11 maggio 2010

Le nuove stelle della politica italiana - Luca Zaia


Detentore del record di più giovane presidente di provincia eletto in Italia, vicepresidente della Regione Veneto, apprezzato Ministro delle politiche agricole e forestali e da ultimo neopresidente della sua amata regione. Una carriera rapida e piena di successi quella di Luca Zaia, leghista doc dai modi spicci e dal sorriso genuino. Nella mente e nel cuore, insieme alla militanza leghista, c’è “Prima il Veneto”, come recita il suo ultimo slogan. “Siamo tutti figli della Serenissima, fondata sull’idea della sua autonomia” racconta della sua famiglia, formata da papà Giuseppe e mamma Carmela. Nato a Conegliano il 27 Marzo 1968, l’ambizioso Luca approda all’Istituto Cernetti, la più antica scuola enologica d’Europa con l’obiettivo di iscriversi in seguito alla facoltà di Veterinaria. Leggendaria, fin da bambino, la profonda passione per gli animali ma sono i cavalli il suo vero amore. Dopo essere stato promosso con il massimo dei voti alla maturità, puntuale arriva l’iscrizione a Veterinaria presso l’università di Parma. Impegni di lavoro conducono lo studente modello a Udine, dove si iscrive alla facoltà di Scienza della produzione animale, conseguendo la laurea nel 1993. Cameriere, uomo delle pulizie, muratore, docente privato di chimica, istruttore di equitazione, operaio in un’impresa di pellami. E’ infinito l’elenco dei mestieri intrapresi da uno degli uomini di punta del Carroccio, che trova perfino il tempo per fare il pr in discoteca e l’organizzatore di feste. Dal punto di vista formativo, una tappa essenziale è rappresentata dal servizio civile, che assolve nel piccolo comune di Altivole, in provincia di Treviso. Ma il grande amore della sua vita è la Lega. Giovanissimo si iscrive al partito. Nel 1993 la prima campagna elettorale alle amministrative per il consiglio comunale di Godega di Sant’Urbano. Eletto con 61 preferenze, diventa capogruppo. Nel 1995 tenta l’approdo in consiglio provinciale. E’ un trionfo! 3961 voti conquistati gli valgono la nomina di assessore all’agricoltura. Nel 1998 la Lega si presenta da sola al test elettorale per il rinnovo della giunta provinciale di Treviso. Il titolare delle politiche agricole coglie una vittoria davvero preziosa, diventando il più giovane presidente di provincia in carica. Fra gli obiettivi più importanti centrati dal capo della giunta provinciale c’è il capitolo legato all’assetto infrastrutturale : 400 rotatorie, diciotto istituti scolastici nonché il piano strategico per la Provincia che coinvolge, in qualità di città gemellate, Barcellona, Glasgow e Lione. Grande rilevanza viene riservata al ridisegno complessivo della logistica provinciale, a cui si aggiunge il recupero del complesso di Sant’Artemio, una vasta area con importanti edifici d’epoca che vengono restituiti al loro valore pubblico ed alla cittadinanza, inserito nel più ampio progetto di valorizzazione del patrimonio edilizio. Rieletto nel 2002 con 240211 preferenze, l’astro nascente del Carroccio si dedica anima e corpo all’implementazione del progetto di sicurezza stradale, grazie al quale viene sensibilmente ridotto il numero dei morti sulle strade trevigiane, fra le più insanguinate d’Italia, che passano da 187 a circa 60 all’anno. Il 2005 è l’anno della nomina a vicepresidente della giunta regionale. Simbolo della buona amministrazione leghista, all’ex presidente della provincia vengono assegnate le deleghe all’Agricoltura ed al Turismo. “Umbrella brand”. E’ questo il nome dell’operazione con cui il numero due dell’amministrazione regionale rilancia la promozione turistica del territorio, utilizzando le numerose manifestazioni fieristiche nazionali e internazionali in cui la regione opera da protagonista. Fra le priorità del vice Galan c’è la battaglia in difesa della lingua e dell’identità veneta, un punto nodale nell’azione amministrativa e politica del futuro ministro dell’Agricoltura :”Combattiamo contro quel vero e proprio olocausto linguistico – ha sentenziato – che vorrebbe far scomparire le lingue locali”. Vinte le elezioni del 2008, Zaia entra a far parte della compagine governativa. Dove? Ma al dicastero dell’Agricoltura naturalmente, dove si prodiga senza sosta a rimettere in carreggiata “l’azienda agricola italiana”, riportandola al centro dell’agenda politico-istituzionale nazionale in un momento di crisi del settore a livello planetario. Pronti, via! Ed il neoministro indirizza subito la sua attenzione sulla difesa del made in Italy, sulle biodiversità e sulla difesa delle produzioni nazionali da un malinteso principio liberista e globalista. Caparbio e determinato, l’esponente dell’esecutivo Berlusconi riesce a strappare all’Ue 4,3 miliardi di euro di investimenti in innovazione, qualità, aggregazione e misure volte a favorire il ricambio generazionale. Risolta l’annosa questione delle quote latte, il giovane ministro vara il riassetto del personale con una diminuzione media di oltre il 50% delle assenze dal servizio oltre al via libera dato al piano triennale dei costi, che si è tradotto in un risparmio di 2,5 miliardi di euro. Fra le azioni più incisive per l’abbattimento della burocrazia rientra inoltre l’approvazione in via preliminare da parte del Consiglio dei ministri del primo Codice agricolo nazionale, che accorpa e semplifica il quadro legislativo dell’agricoltura italiana per migliorare l’efficienza amministrativa e la facilità di fare impresa riducendo il peso della burocrazia che grava sulle aziende agricole. Grazie all’immenso lavoro sul campo e alla capacità di risolvere i problemi del comparto agricolo, diventa in breve tempo uno dei ministri più amati. Proprio la notorietà e la conclamata capacità amministrativa, consentono a Zaia di essere scelto come candidato del centrodestra alla Regione Veneto sulla poltrona che fu di Galan. E’ una cavalcata trionfale che lo porta a vincere con il 60,1%. Federalismo e rilancio del tessuto produttivo veneto sono le prime sfide che attendono al varco il primo governatore leghista della regione, chiamato a mettere in pratica il motto della sua campagna elettorale “Prima il Veneto”.

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sabato 8 maggio 2010

Ma chi ha vinto, alla fine?

E’ questo l’interrogativo che gli analisti inglesi si pongono il giorno dopo le elezioni politiche che hanno visto arrivare primi i Tories di David Cameron, che sono il partito di maggioranza relativa con 305 seggi ma non possono teoricamente governare perché la maggioranza richiesta a Westminster è 326 seggi. I Labour del premier uscente Gordon Brown perdono 94 deputati rispetto alla precedente legislatura e raggiungono quota 255. La prassi vuole che in assenza di maggioranza assoluta, in caso quindi di “Hung Parliament” (Parlamento appeso), sia il primo ministro uscente a tentare di formare il nuovo governo. I numeri però lo scoraggiano: i laburisti tenteranno di trovare l’accordo con Nick Clegg, leader dei Liberaldemocratici vera delusione di questa tornata elettorale con i loro 61 seggi. La matematica è impietosa, perché insieme arrivano a 316 seggi, sempre lontani da superare il quorum. Trovare l’accordo con i partiti minori è difficile. Quindi che succede?

Per Clegg il diritto a (tentare) di governare spetta al leader del partito di maggioranza relativa, quindi a Cameron. Ma prima di provarci con i Liberaldemocratici, cercherà un accordo con gli Unionisti dell’Irlanda del Nord. Eppure i Laburisti tenteranno il tutto per tutto: “Il Paese ha bisogno di un governo forte e stabile”, ha detto Brown. “Non credo ci siano problemi se si cerca di dare al Paese un governo”, ha aggiunto in un’intervista alla Bbc il ministro del Commercio (e numero due del governo uscente) Peter Mandelson. Concorde il collega dell’Interno Alan Johnson: “Se la volontà del popolo è che nessun partito abbia la maggioranza assoluta, è nostro dovere comportarci da uomini politici adulti e maturi. Penso che abbiamo parecchie cose in comune con i Liberaldemocratici”. Ovviamente non è d’accordo Cameron.

Prima il suo portavoce sostiene sia stata “una vittoria decisiva per i conservatori e un chiaro no ai laburisti. Con questo risultato possiamo governare”, mentre per lo David “emerge chiaramente che il Paese ha bisogno di un cambiamento e un cambiamento richiede una nuova leadership”.

Il terzo sfidante, Clegg, ammette la delusione elettorale: “E’ stata una serata deludente, dopo una campagna piena di ottimismo e speranza”.

Intanto c’è polemica sull’esclusione dal voto di centinaia di elettori rimasti in fila per ore senza alla fine poter votare. Ipotizzabili ricorsi da parte dei candidati sconfitti con stretto margine. L’incertezza, la probabile instabilità politica hanno avuto effetti anche sulla sterlina, che affonda: il pound è sceso in tarda mattinata sotto la soglia di 1,45 dollari (non accadeva dall’aprile 2009) toccando quota 1,4473 dollari per poi andare, dopo le dichiarazioni di Clegg, sopra 1,4630 dollari. Si prevedono giorni difficili per l’Inghilterra; vista la crisi che sta attraversando l’Europa, forse si può dire che queste elezioni le hanno perse tutti.

Nicolò Bagnoli

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Elezioni politiche - BiDiMedia - 3 Maggio

Precedente rilevazione : 15 Aprile

PDL 33,1% (INV)
LEGA NORD 11,7% (+0,1%)
MPA 0,8% (+0,1%)
ALTRI CDX 0,7% (INV)
Totale cdx 46,3% (+0,2%)

UDC 6,4% (+0,7%)
ALLEANZA PER L'ITALIA 0,8% (+0,1%)
Totale centro 7,2% (+0,8%)

PD 26% (-1,5%)
IDV 7% (-0,2%)
SEL 3,4% (+0,7%)
RAD 1,1% (-0,4%)
VERDI 0,7% (INV)
PSI 0,6% (INV)
Totale Csx 38,8% (-1,4%)

FED.SIN. 2,1% (+0,3%)

M5S 2,8% (+0,2%)

FT - FN 0,6% (INV)

LA DESTRA 1,1% (+0,2%)

Altri 1,1% (-0,3%)

Dati di qualche giorno fa che, quindi, non tengono conto degli ultimi avvenimenti. Comunque si nota una stabilità impressionante nella coalizione di centrodestra che rimane praticamente immobile ad un ottimo 46,3%. Il centrosinistra invece arranca tremendamente, specialmente il Pd che perde un punto e mezzo. In calo anche Idv e Radicali, mentre è in crescita Sel di Vendola. Il Csx perde quindi circa mezzo punto alla sua sinistra (M5S e Commies) e quasi un punto verso il centro che cresce in modo considerevole superando il 7% totale
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venerdì 7 maggio 2010

Elezioni UK - risultati definitivi

National Results after 649 of 650

CONSERVATIVE 306 - 36,1%
LABOUR 258 - 29%
LIB-DEM 57 - 23%
ALTRI 28 - 11,97%

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giovedì 6 maggio 2010

Elezioni politiche - UK/2

Ripropongo la media delle ultime settimane, aggiungendo quella degli ultimi 5 giorni

01-10 Marzo: Con 37,8% - Lab 31,9% - LD 17,5%
11-20 Marzo: Con 37,5% - Lab 30,6% - LD 19%
20-31 Marzo: Con 37,0% - Lab 30,5% - LD 19%
01-10 Aprile: Con 38,6% - Lab 30,2% - LD 19,4%
11-15 Aprile: Con 37,1% - Lab 30,6% - LD 20,8%
16-20 Aprile: Con 32,4% - Lab 26,8% - LD 30,3%
21-25 Aprile: Con 34,o% - Lab 27,7% - LD 29,1%
26-30 Aprile: Con 33,9% - Lab 27,4% - LD 28,6%
01-05 Maggio: Con 35,3% - Lab 27,8% - LD 27,3%

Assistiamo dunque ad uno sprint finale dei Tories: basterà per evitare l'Hung Parliament?
Secondo l'ultima media i Con dovrebbero avere la maggioranza relativa dei voti ma non la maggioranza assoluta dei seggi . Infatti il Parlamento sarebbe così composto
CON 274 seggi
LAB 263 seggi
LD 80 seggi
altri 32 seggi

Con questo risultato probabile alleanza Lab-liberaldemocratici. Questa notte sapremo la verità


UPDATE: i primi exit polls recitano:
"Conservatives 305, Labour 255, Lib Dems 61 and others 29".Se si dovesero confermare questi dati nemmeno una coalizione Lab-Lib avrebbe la maggioranza.
Channel 4 dice CON 38% LAB 28% LIB 23%

UPDATE/2 : a 46 collegi dalla fine i Conservatori conducono con 287 seggi contro i 239 dei Laburisti ed i soli 51 dei Lib-Dem ridimensionati probabilmente dal voto "utile" verso i due candidati maggiori. Ricordiamo che la maggioranza assoluta è di 326 seggi, ormai irraggiungibili dai conservatori. Governo di minoranza sempre più probabile
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martedì 4 maggio 2010

Le nuove stelle della politica italiana - Matteo Renzi


“E’ stata un’occasione persa. Non avrei votato Dario : se Veltroni è stato un disastro, non si elegge il vice disastro per gestire la transizione. In questi anni Franceschini è stato una delusione, percepito come il guardiano di Quarta fase, l’associazione degli ex popolari : basta con questa storia degli ex! Sono pronto a collaborare con lui ma è fondamentale che cambi praticamente tutto rispetto agli ultimi mesi”. Il nuovo segretario del Pd non fa nemmeno in tempo a metter piede nella sede di via Santi Apostoli che gli piovono addosso pesanti bordate al suo indirizzo. Il mittente è un volto nuovo per il palcoscenico nazionale ma non certamente per i fiorentini che lo conoscono bene e lo votano da tempo con convinzione. E’ il 23 Febbraio di un anno fa quando Matteo Renzi, all’epoca presidente della provincia, spara a zero sulla nomina di Franceschini, determinata dalle dimissioni irrevocabili di Walter Veltroni. L’attuale primo cittadino del capoluogo toscano è nato l’11 Gennaio 1975. Diplomatosi al liceo classico “Dante” di Firenze, affronta con successo anche la carriera universitaria, arrivando a conseguire nel 1999 la laurea in Giurisprudenza con la tesi “Firenze 1951-1956 : la prima esperienza di Giorgio La Pira sindaco di Firenze”. Messo in cassaforte il famoso “pezzo di carta”, l’intrepido Matteo lavora con varie responsabilità all’interno del Chil srl, società di servizi di marketing di cui è dirigente in aspettativa, coordinando in particolare la vendita del quotidiano “La Nazione” sul territorio di Firenze. Un ruolo fondamentale nell’ambito della sua formazione professionale è rappresentato dall’esperienza di educatore scout dell’Agesci e di arbitro di calcio nelle serie minori. Risale, invece, agli anni del liceo la grande passione politica dell’ex presidente della Provincia di Firenze che nel 1994 contribuisce alla nascita del comitato per Prodi presidente. Iscrittosi al Partito Popolare Italiano nel 1996, diventa segretario provinciale nel 1999. Nel 2001 viene nominato coordinatore cittadino della Margherita mentre nel 2003 assume la carica di segretario provinciale. Il grande debutto arriva con le elezioni provinciali del 12 e 13 Giugno 2004 quando l’allora nemmeno trentenne Matteo Renzi raccoglie il 58,8% dei voti laureandosi come il più giovane presidente di provincia mai eletto in Italia. Tanti gli obiettivi raggiunti nel corso di un quinquennio caratterizzato da un duro lavoro ma anche da molteplici risultati, fra cui una rinnovata attenzione ai lavori pubblici ed alle opere infrastrutturali, 9 milioni di euro finalizzati alla manutenzione ed all’adeguamento degli edifici scolastici, l’investimento di 45 milioni di euro destinati alle nuove costruzioni. Fra i principali vanti del giovane capo della giunta provinciale c’è in primis l’abbassamento delle tasse :"La Provincia costava 98 milioni di euro nel 2007 – ha spiegato alla scadenza del mandato – noi abbiamo scelto di abbassare le tasse e adesso la Provincia costa ai cittadini 82 milioni di euro, il minimo previsto dalla legge (sotto non si può andare, insomma!). Abbiamo tagliato delle spese. Laddove c’erano dodici macchine di rappresentanza ora ce ne sono due ed anche parte del personale usa il car sharing. Abbiamo risparmiato sui telefoni e sulle assicurazioni. Ma costiamo meno ai cittadini. Mi sembra una cosa utile, bella e significativa”. Grande inoltre l’attenzione nei riguardi della cultura, come testimonia il successo conseguito dal Genio fiorentino, una manifestazione a metà fra storia ed innovazione alla riscoperta delle gloriose gesta della Firenze medicea ed ai tanti protagonisti che ne hanno scandito l’indelebile ascesa nei secoli, fra cui Dante, Michelangelo Buonarroti, Giotto, Leonardo Da Vinci, Niccolò Machiavelli, Giotto. Il 29 Settembre 2008 l’ambizioso Matteo annuncia l’intenzione di volersi candidare alle primarie del Pd per la scelta del candidato sindaco nel capoluogo toscano. Una sfida che appare a dir poco impossibile ma l’ex coordinatore della Margherita non è tipo da lasciarsi scoraggiare facilmente e si dedica anima e corpo ad una campagna elettorale impostata sull’ascolto dei problemi quotidiani dei fiorentini attraverso un viaggio nei quartieri. Al termine di una campagna elettorale senza esclusioni di colpi, il volto pulito del Pd si impone a sorpresa con il 40,52%. La conquista di Palazzo Vecchio arriva il 22 Giugno, quando viene eletto sindaco con 100.978 voti, battendo al ballottaggio il candidato del centrodestra Giovanni Galli. Il neo primo cittadino può così dare il via ad una stagione di profondi cambiamenti. Fra i punti salienti ci sono il piano speciale per i mercati cittadini, il finanziamento di un fondo di garanzia destinato alle giovani coppie, la pedonalizzazione di Piazza Duomo. Facilmente incline alla battuta, aria da guascone, non si risparmia fra ospitate in tv e dichiarazioni fuori dai denti. Di recente è stato protagonista di un vivace scambio di battute con la neo governatrice del Lazio Renata Polverini a Porta a Porta mentre nell’ultima settimana l’abbiamo visto ad Annozero dove, insieme all’altra promessa del Pd Debora Serracchiani, ha commentato con immancabile sarcasmo l’esito della direzione nazionale del Pdl, teatro della querelle fra Berlusconi e il presidente della Camera. Ogni sua intervista provoca reazioni e prese di posizione a livello nazionale mentre dalla base cresce la richiesta di un ricambio generazionale per rafforzare l’alternativa al centrodestra. Ed uno dei nomi più gettonati è proprio quello dell’inquilino di Palazzo Vecchio. A questo punto è lecito domandarsi se il buon Matteo, seguendo le orme di Veltroni, non voglia utilizzare la poltrona di sindaco per tentare il grande salto nell’agone politico nazionale. Ai posteri l’ardua sentenza …


Al
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sabato 1 maggio 2010

Elezioni politiche - UK

Tra pochi giorni si terranno le elezioni politiche in Gran Bretagna. I Conservatori sono favoriti e dovrebbero essere il primo partito, mentre Laburisti e Liberal-Democratici lottano per il secondo posto. Grazie ad un sistema elettorale molto negativo per il partito di Cameron, i Tories potrebbero non avere maggioranza nel parlamento. Anzi, il rischio sorpasso da parte dei Laburisti (se riuscissero ad accorciare la distanza dai Conservatori) è più di una ipotesi irraggionevole.

Ecco la media dei sondaggi delle ultime settimane:

01-10 Marzo: Con 37,8% - Lab 31,9% - LD 17,5%
11-20 Marzo: Con 37,5% - Lab 30,6% - LD 19%
20-31 Marzo: Con 37,0% - Lab 30,5% - LD 19%
01-10 Aprile: Con 38,6% - Lab 30,2% - LD 19,4%
11-15 Aprile: Con 37,1% - Lab 30,6% - LD 20,8%
16-20 Aprile: Con 32,4% - Lab 26,8% - LD 30,3%
21-25 Aprile: Con 34,o% - Lab 27,7% - LD 29,1%
26-30 Aprile: Con 33,9% - Lab 27,4% - LD 28,6%
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