lunedì 2 maggio 2011

Elezioni Politiche in Canada: ennesimo governo di minoranza dei Conservatori o strana alleanza tra Liberali e New Democrats?


Si vota oggi per il rinnovo del Parlamento canadese.
Una breve analisi della storia politica: Dal 1993 al 2006 il Canada è stato retto ininterrottamente dal Partito Liberale, il 'partito di governo' per antonomasia in Canada, (paragonabile in questo alla nostra vecchia DC) . Il Partito Liberale, pur avendo una collocazione essenzialmente centrista, ha incamerato diversi temi e posizioni social-democratiche, configurandosi dunque come un partito di centro-centro-sinistra.
Alla grande forza del Partito Liberale, in qugli anni, corrispondeva un forte debolezza delle opposizioni, frammentate ed costrette a cannibalizzarsi a vicenda a causa del sistema di voto uninominale in vigore: l'Alleanza Canadese e il Partito Conservatore Progressista si condendevano i voti degli elettori di centro-destra, ed in Québec, la seconda provincia più ricca e popolosa , dovevano affrontare la concorrenza del Blocco Quebec, movimento locale indipendentista e secessionista (i paralleli alla destra nostrana del tempo balzano agli occhi...)
La situazione favorevole ai Liberali, tuttavia, cominciò ad incrinarsi a partire dal 2003: con l'approssimarsi della tornata elettorale l'Alleanza Canadese e il Partito Conservatore Progressista decisero di unire le forze, e confluirono nell'attuale Partito Coservatore; mentre il Blocco Quebec, duramente colpito da diversi scandali, rinnovò la sua struttura inglobando tematiche ambientaliste e libertarie, passando dall'essere un "alleato indiretto" dei Liberali  ad un diretto concorrente.
Le elezioni del 2004, non a caso, costituirono un terremoto politico, e diedero il via alla serie di 'esecutivi senza maggioranza' del Canada: i Liberali si confermarono come primo partito nazionale, ma ottennero solo 135 seggi su 308, 20 in meno di quelli necessari ad ottenere una maggioranza stabile.

Il fragile governo durò poco più di un anno, e le successive elezioni del 2006 portarono il Partito Conservatore al potere.


Nonostante la crescita verticale dei consensi (e al parallelo crollo Liberale) i Conservatori, a causa della particolare legge elettorale canadese, si trovarono a loro volta a dover guidare un governo di minoranza, con solo 124 seggi (30 in meno di quelli necesari alla maggioranza assoluta) e dopo meno di due anni fu necessario tornare alla urne.
Le successive elezioni portarono ad un affermazione ancora più netta dei Conservatori (dovuta, soprattutto, al perdurare dell'arretramento dei Liberali) che riuscirono a raggiungere una maggioranza 'relativa' di 143 seggi e a portare avanti un esperienza di governo abbastanza produttiva.


Nel marzo di quest'anno, tuttavia, una mozione di sfiducia congiuta di tutte le opposizioni ha portato alla caduta del governo, ed alle attuali elezioni.
L'attuale esecutivo, dunque, è stato il terzo consecutivamente a dover operare senza una maggioranza parlamentare, e a trovarsi costretto ad interrompere la legislatura ben prima della scadenza naturale.
Tale situazione, come riportato, è conseguneza diretta del sistema uninominale maggioritario presente in Canada , per cui a pesare non sono tanto le percentuali di voti raggiunte, ma il numero di distretti in cui si riesce ad ottenere la maggioranza relativa; il Blocco Quebec, ad esempio, pur avendo un bacino elettorale molto ristretto (circa il 10%), essendo "concentrato" in una particolare zona geografica riesce a conquistare diversi collegi e ad ottenere all'incirca 50 seggi ad ogni consultazione elettorale, mentre i New Democrats, essendo "diluiti" su base nazionale, pur ottendendo circa il doppio dei voti, raccimolano appena la metà dei seggi del Blocco Quebec.
Fino ad un mese fa, comunque, le proiezioni lasciavano pochi dubbi, indicando i Conservatori come sicuri vincitori della consultazione ed i Liberali in ulteriore decrescita, ma a scombinare le presionio sono giunti i New Democrats, che nelle ultime 2-3 settimane hanno mostrato un incredibile balzo in avanti in tutti i sondaggi, passando dal 18-19% delle intenzioni di voto al 30-32%.
I Nuovi Democratici sono un partito di estrazione apertamente socialista, e la forza più propriamente "di sinistra" nel panorama canadese; il leader del partito, Jack Layton (novello Nick Clegg) è attualmente uno dei leader più apprezzati e con il suo 49% di gradimento stacca nettamente il leader dei Consevatori, l'ex-premier Stephen Harper, fermo al 36%.
I Verdi, penalizzati dal sistema elettorale, sono stati e sembrano destinati a continuare ad essere privi di peso politico e senza rappresentanza parlamentare.

Passiamo dunque ai sondaggi, i più recenti danno una media di
Conservatori 34/37% - (elezioni 2008: 37,6%)
Liberali 19/21% - (26,2%)
New Democrats NDP 30/33% - (18,1%)
Blocco Quebec 5,4/6,4% - (9,9%)
Verdi 3,8/6,3% - (6,7%)



A questo punto, si profilano due scenari:
A) I Conservatori, sfruttando il crollo dei Liberali, conquistano numerosi distretti 'in bilico' , ottengono una maggioranza, seppur solo relativa, e formano un (terzo) governo di minoranza.
B) I New Democrats confermano i dati dei migliori sondaggi, stringono un alleanza con i Liberali e varano il primo governo di coalizione ufficiale canadese.
Lo scenario A è di difficile realizzazione, per ottenere una maggioranza sicura nei seggi i Conservatori dovrebbero conquistare almeno 74 distretti su 106 nell'Ontario, la regione più ricca e popolosa del Canada (equivalente alla nostra Lombardia), un obiettivo che i membri stessi del partito definiscono "quasi impossibile"
D'altra parte, a complicare lo scenario B, sta il fatto che un alleanza tra i Liberali e i Nuovi Democratici non è ben vista dalle basi elettorali dei due partiti
A decidere saranno i posizionamenti interni ai singoli collegi, ma negli scorsi giorni è già emerso un dato significativo: nelle giornate del 22, 23 e 25 aprile i cittadini canadesi impossibilitati a recarsi ai seggi il 2 maggio hanno potuto votare anticipatamente, ed in quell'occasione l'affluenza ha registrato un sorprendente +35% rispetto alla precedente consultazione; 2 milioni di elettori hanno già indicato la loro scelta, e se questo boom di partecipazione sarà confermato anche oggi, le conseguenze sul panorama politico canadese potrebbero essere notevoli.

Enrico C.
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