domenica 6 maggio 2012

Francia - Elezioni Presidenziali ~ 2° turno: analisi e previsioni.

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Domenica 6 maggio si svolge il secondo turno delle elezioni presidenziali francesi, sui 10 candidati presentatisi  alle elezioni ad accedere al ballottaggio  sono rimasti (come ampiamente previsto) Francois Hollande, segretario del Partito Socialista, ed il presidente uscente Nicolas Sarkozy, leader dell'UMP; al voto sono chiamati 44 milioni di cittadini francesi.
Il voto francese non definirà solo il nome dell'inquilino all'Eliseo, ma anche l'assetto futuro dell'Unione Europea, che (fino ad ora) ha avuto il suo perno nell'asse franco-tedesco incarnato da Nicolas Sarkozy ed Angela Merkel: la cancelliera tedesca, non a caso, è intervenuta nettamente e ripetutamente a sostegno della candidatura del presidente uscente, con cui condivide l'appartenenza al PPE a livello europeo.
Nicolas Sarkozy nella sua campagna elettorale ha puntato su questo legame, presentandosi ai suo concittadini come co-artefice del salvataggio economico della zona euro, "il capitano di una nave in mezzo alla tempesta, che non può abbandonarla e deve restare al suo posto", puntando sul desiderio di sicurezza e continuità dell'elettorato (come fece, con ottimi risultati, George Bush nel 2004)
Francois Hollande, invece, ha optato per una strategia diametralmente diversa: dopo aver proposto una mega-aliquota per i contribuenti milionari, con un vero azzardo politico ha pubblicamente chiarito che una volta eletto avrebbe chiesto alla Germania di modificare le sue politiche di austerità ed all'UE di rinegoziare il fiscal compact, puntando ad un economia europea più orientata verso la crescita.



La prova delle urne, al primo turno, ha dimostrato che la strategia di Hollande fosse quella vincente: gli elettori francesi (come gran parte di quelli europei) stanchi di sacrifici e di minacce riguardanti il loro avvenire, hanno premiato chi offriva loro uno scenario in cui facesse capolino la speranza di un futuro meno cupo.



Nella campagna elettorale per il secondo turno, consapevole di giocarsi il tutto per tutto, Sarkozy ha radicalizzato i suoi toni, assumendo posizioni critiche verso l'Europa,  puntando sulla nazionalista 'grandezza francese' e schierandosi duramente contro extracomunitari ed immigrati irregolari: in una parola, corteggiando apertamente l'ampio bacino elettorale degli elettori del Front National di Marine Le Pen.
Hollande, complice il vantaggio ottenuto nella prima tornata ed il sostegno dichiarato degli altri candidati di sinistra, ha invece badato principalmente a mantenere la posizione, condurre una campagna elettorale dai toni pacati ed evitare gaffe che potessero dilapidare il consenso conseguito; non rinunciando, comunque, a ribadire i punti distintivi del suo programma, come la concessione agli immigrati del diritto di voto alle elezioni locali.

Decisivi per ottenere la vittoria saranno gli elettori che, al primo turno, avevano espresso la loro preferenza verso un diverso candidato, e che ora si dovranno incanalare il loro voto verso i due contendenti rimasti, od optare per l'astensione.
Ecco i principali:


Mèlenchon è stato il candidato che più rapidamente e nettamente ha esplicitato la sua posizione, invitando calorosamente i suoi sostenitori a votare per Hollande appena conclusi gli scrutini: «Vi invito a ritrovarvi il 6 maggio, senza chiedere niente in cambio, contro Sarkozy. Fatelo come se doveste farla vincere a me, l'elezione presidenziale». L'appello è stato recepito e l'intenzione di voto per il candidato socialista si è sempre mantenuta plebiscitaria e costante.


 

Bayrou, da buon centrista, ha atteso fino all'ultimo prima di definire la sua indicazione ed optando per lasciare libertà di voto ai suoi elettori; inaspettatamente, però, ha comunicato a titolo personale la sua intenzione di votare Hollande, criticando aspramente Sarkozy«si è gettato all'inseguimento di un'estrema destra in cui non ritroviamo i nostri valori. Chi non vede a quali scontri tra francesi porterà l'ossessione dell'immigrazione? O quella sulle frontiere da ristabilire, negazione del progetto europeo? La linea di Sarkozy è violenta, in contraddizione con le nostre idee, le nostre convinzioni»
Nonostante questa presa di posizione, tuttavia, l'elettorato centrista non ha mostrato particolari preferenze tra i due candidati in campo.



Marine Le Pen, la sorpresa di questa tornata elettorale, ha portato il suo partito al suo massimo storico, e la sua base è stata la grande corteggiata di questa seconda fase di campagna elettorale: Sarkozy ha puntato apertamente al suo elettorato radicale, convintamente e storicamente di destra, mentre Hollande tentava di recuperare gli elettori di sinistra delusi che avevano optato per un "voto di protesta" al Front National.
La leader del partito, il 1 maggio, ha chiarito che non avrebbe appoggiato né Francois Hollande, "falsa speranza", né Nicolas Sarkozy "nuova delusione", e che alle urne avrebbe votato scheda bianca, lasciando ai suoi elettori libertà di voto; in seguito alla sua dichiarazione, si è assistito ad una netta riduzione degli astenuti, ed una netta crescita delle intenzioni di voto a Sarkozy, evidentemente 'premiato' per la radicalizzazione delle sue posizioni sui temi cari agli elettori del Front National.




L'analisi dei flussi elettorali e della campagna elettorale ci porta al dato finale: l'intenzione di voto al 2° turno delle presidenziali.

Secondo i sondaggi più recenti Francois Hollande mantiene un vantaggio di 4-5 punti sul rivale Nicolas Sarkozy, e resta il candidato favorito per la vittoria: la sinistra intravede dunque la possibilità di riconquistare il governo del paese dopo 17 anni.



Da rilevare come man mano che il giorno delle elezioni si avvicinava i due schieramenti politici, Gauche Droite, si sono fatti più compatti e definiti, ed il divario tra i due candidati (che all'indomani del primo turno toccava i 14 punti) si è nettamente ridotto.


Sebbene Sarkozy abbia operato una netta rimonta in queste due settimane, essa non sembra sufficiente a raggiungere la rielezione tanto auspicata; in campo statistico-elettorale, però, nulla può dirsi certo al 100%: i dati raccolti mantengono un margine di errore e permane una rilevante fascia di popolazione (7-8 milioni di elettori) che si dichiara indecisa sulla possibilità di recarsi alle urne o su quale candidato sostenere... da essa potrebbero giungere sorprese.
L'unico modo per conoscere i dati reali sarà seguire, con attenzione, l'andamento delle elezioni in Francia, nella loro valenza nazionale e, oggi più che mai, Europea.

Enrico C.

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