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venerdì 25 gennaio 2013

Sondaggio Ispo per Porta a Porta: In crescita il PD, La Destra ed i Radicali. Calano PDL ed UDC. In ripresa il M5S. Il Centrosinistra si porta a dieci punti dal Centrodestra, consolidando il vantaggio.

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sabato 25 giugno 2011

Sondaggio Demopolis per Otto e Mezzo: analisi su Futuro e Libertà e Fini



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venerdì 15 aprile 2011

Sondaggi Emg per In Onda del 10 Aprile : immigrati, Fini ed i suoi errori


Domanda : VENIAMO ORA ALLA MASSICCIA ONDATA DI IMMIGRATI DI QUESTE SETTIMANE. LEI SAREBBE DISPOSTO AD ACCOGLIERE NEL SUO COMUNE UNA PARTE DEI MIGRANTI PROVENIENTI DALLA COSTE NORDAFRICANE?.


Risposta:  


Sì totale campione: 55.2%; elettori centro-destra: 50.9%; elettori terzo polo: 55.2%; elettori centro-sinistra: 68.2%; residenti Nord: 54.7%; residenti Centro Sud: 55.7%) 


No (totale campione: 42.7%; elettori centro-destra: 44.3%; elettori terzo polo: 41.4%; elettori centro-sinistra: 31.1%; residenti Nord: 43.1%; residenti Centro Sud: 42.4%) 


Non indica (totale campione: 2.1%; elettori centro-destra: 4.8%; elettori terzo polo: 3.4%; elettori centro-sinistra: 0.7%; residenti Nord: 2.2%; residenti Centro Sud: 1.9%)



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lunedì 11 aprile 2011

Futuro e Libertà: quante risposte e da chi?


Il 30 Luglio 2010, per tanti elettori di centrodestra stanchi di stare in un centrodestra ormai di proprietà diBerlusconi sembrò aprirsi la luce: la sera prima infatti in una riunione (che a mio medesto avviso poco aveva di liberale) venne decretato in modo unanime ( tranne i rappresentati Finiani) che Gianfranco Fini e suoi erano incompatibili con il pdl e che i Siculi Briguglio e Granata e il Campano Bocchino dovessero essere sottoposti al giudizio dei fantomatici probiviri.


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venerdì 25 marzo 2011

Futuro e Libertà alla prova delle amministrative

Di Rino Casciolo


Ci risiamo: come ormai avviene ogni anno in Italia, si andrà al voto. Questa volta è il turno delle elezioni per sindaci e presidente di provincia, con appuntamenti clou per ciò che rigurda alcuni città simbolo come MILANO,TORINO,NAPOLI,BOLOGNA,TRIESTE E CAGLIARI. 

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venerdì 11 marzo 2011

Sondaggio Fullresearch: csx con due punti di vantaggio sul cdx. Bene il terzo polo


PDL 27% (-0,8%)
LEGA NORD 10% (INV)
LA DESTRA 1,6% (+0,1%) 
Totale cdx 38,6% (-0,7%) 
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lunedì 7 marzo 2011

Fini e il voto potenziale di FLI: sondaggio EMG durante il programma In Onda


Voto potenziale FLI: 11,5%

Profilo dell'elettorato potenziale:
  • Frequenza Messa:
Osservanti 58,7%
Sporadici 29,3%
Non Osservanti 12%

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giovedì 17 febbraio 2011

Osservatorio SKY Digis - Il cdx perde un punto, bene fli e sel. Csx poco sotto il 40%


PDL 28,6% (-0,8%)
LEGA NORD 11,4% (-0,5%)
LA DESTRA 1,5% (+0,3%)
Totale cdx 41,5% (-1%)

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venerdì 19 novembre 2010

Elezioni politiche - BiDiMedia - 18 novembre. Come sarebbe la situazione delle intenzioni di voto senza FLI?

PDL 31% (+3,4%)
LEGA NORD 12,2% (+0,2%)
LA DESTRA 1,6% (+0,3%)
Totale cdx 44,8% (+3,8%)

UDC 6,4% (+0,6%)
API 1,2% (+0,2%)
MPA 1% (+0,1%)
Totale centro 8,6% (-5,7%)

PD 25,7% (+0,9%)
IDV 6,6% (+0,4%)
SEL 5,9% (+0,1%)
RAD 1,1% (+0,1%)
PSI 0,6% (INV)
VERDI 0,5% (INV)
Totale Csx 40,4% (+1,5%)

FED.SIN. 2,1% (+0,1%)
M5S 2,9% (+0,1%)

Altri 1,2% (+0,1%)

Tra parentesi, si riportano le differenze con lo scenario base, qui riportato. Come si nota la maggior parte dei voti proviene dal PDL, ma una % non trascurabile viene dall'UDC e dal duo PD-IDV. Gli altri partiti crescono leggermente per via dell'aumento dell'astensione.
Qui invece riportiamo le differenze con l'ultimo rilevamento BiDiMedia prima della nascita del partito di Fini.

PDL 31% (-0,3%)
LEGA NORD 12,2% (+0,1%)
LA DESTRA 1,6% (+0,3%)
Totale cdx 44,8% (+0,1%)

UDC 6,4% (-0,2%)
API 1,2% (-0,1%)
MPA 1% (+0,1%)
Totale centro 8,6% (-0,2%)

PD 25,7% (-0,8%)
IDV 6,6% (INV)
SEL 5,9% (+1,7%)
RAD 1,1% (INV)
PSI 0,6% (-0,2%)
VERDI 0,5% (-0,3%)
Totale Csx 40,4% (+0,4%)

FED.SIN. 2,1% (-0,1%)
M5S 2,9% (+0,1%)

Altri 1,2% (-0,3%)

Come si può notare l'unica vera differenza è l'esplosione del partito di Vendola, ed il conseguente calo degli altri partiti di sinistra, pd in primis. Ma le intenzioni di voto per le coalizioni sono praticamente rimaste le stesse. Ulteriore conferma che in Italia si vota (quasi sempre) quasi sempre uguale. L'unica cosa a cambiare sono le coalizioni.
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mercoledì 21 aprile 2010

Le mosse di Fini

Alla fine decide di rimanere. Ma non in silenzio: organizza infatti la corrente minoritaria nel Pdl, sempre se gli sarà possibile.
E’ questa la scelta che ha fatto Gianfranco Fini nella riunione di ieri mattina, dove ha raccolto i suoi fedelissimi (una quarantina, fra gli altri Baldassarri, Siliquini, Laboccetta, Menia, Barbareschi, Tremaglia, Granata, Napoli, Bocchino, Ronchi, Paglia, Urso) e ha aspramente criticato il Popolo della Libertà: “Dev’essere un partito libero, non nato dal Predellino. Visto il rapporto privilegiato con la Lega, ha scarsa attenzione alla coesione sociale del Paese”. Precisa: “Non penso a scissioni o a elezioni e non cerco poltrone: ma non ho intenzione di stare zitto e farmi da parte".
Quindi, addio ai gruppi autonomi, e spazio alla corrente di minoranza con Fini leader. L’appuntamento di ieri era a porte chiuse, ma in spirito era presente tutto il mondo politico. Fini inizia dicendo “Ci sono dei momenti in cui bisogna guardarsi allo specchio", “Bisogna essere disposti a rischiare per le proprie idee. Questo è il momento. Questa è una fase complicata, non ce la facevo più a porre sempre le stesse questioni a Berlusconi". Le questioni a cui fa riferimento Fini sono molteplici: l’assenza di “proposte precise sulle riforme”, al rapporto con la Lega (definita da lui “un alleato importante ma non il dominus della coalizione”) ai contrasti “solo politici” con Tremonti ed al disagio di stare in un partito che è d’accordo con Berlusconi quando dice che i libri di Saviano fanno propaganda alla mafia: “Come si fa a essere d'accordo?. Nessuno nega che Berlusconi sia vittima di accanimento giudiziario, ma a volte dice delle cose sulle quali è difficile convenire...".

Si scuce di dosso il ruolo del cospiratore ("Non credo di avere attentato al partito o al governo dicendo che su alcuni temi c'è una distanza politica. Ho posto solo questioni politiche, mai personalistiche, e sempre con spirito costruttivo") e spunta l’obbiettivo sulla direzione del Pdl di giovedì. Se quel giorno ci sarà una pattuglia minoritaria in polemica con la maggioranza significa che ci sarà un confronto aperto. Allora si aprirà una fase nuova. Sempre se non siamo il partito del predellino. Vediamo se Berlusconi accetterà questa minoranza interna, lo spero. Sarà il momento della verità”. Per dare valenza ufficiale a queste parole, vengono messe su un documento firmato da tutti i presenti. Documento che sancisce Fini come rappresentante della componente interna al Pdl, che stoppa ipotesi di elezioni anticipate e scissioni. Ed alla fine il Presidente della Camera non risparmia una stoccata ai suoi ex fedelissimi: “La componente che viene da An sarebbe dovuta restare unita: invece è andata diversamente”.

Fini ha scoperto le carte. Giovedì ci sarà il round decisivo. Chi vincerà?

Nicolò Bagnoli
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martedì 20 aprile 2010

E ora che succede?

La domanda è giusta, pensando al Popolo della Libertà. Immaginiamo Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini come due sposi. Nel 2008 vanno a convivere insieme, a fine Marzo 2009 si sposano, ma dopo un anno si rendono conto di essere separati in casa.

Dunque, che fare? Di sicuro c’è da prendere una decisione definitiva, ma quale? Riappacificazione, del tipo “Sì, abbiamo punti di vista diversi, ma siamo complementari, ci vogliamo bene, il nostro obiettivo è la crescita del Pdl” oppure divorzio ovvero scissione?

E’ chiaro a tutti che i colonnelli storici di Alleanza Nazionale, per esempio Gasparri, La Russa e Matteoli, siano passati sotto l’ala berlusconiana. L’ala romana dell’ex An, da Alemanno alla Polverini passando per Andrea Augello, sono a metà del guado, ma propensi ad evitare divisioni che possono essere gravissime. Ma allora Fini è solo? Per niente, assicurano i suoi: almeno 40 deputati e 20 senatori sono pronti a fare il grande passo, ad andare a vivere da soli, per continuare la metafora matrimoniale. E poco importa se oggi La Russa ha fatto firmare a 18 senatori di area An un documento di fedeltà al Pdl. Il Presidente del Consiglio ha detto che tutto è nelle mani di Fini: come se volesse dire “Io ho fatto il possibile, ora tocca a lui”. E “lui” sarà soddisfatto? Accoglierà bene la pubblica lode che Berlusconi ha riservato oggi a Bossi? Tutte queste domande avranno una risposta entro Giovedì. Si svolgerà la direzione del partito, e ci sarà l’ultimo round fra Silvio e Gianfranco. Come risulta da una simulazione BiDiMedia, un eventuale partito di Fini andrebbe dal 4% all’8%, però al momento avrebbe sui 55 parlamentari che farebbero ballare il Governo su ogni provvedimento che ai finiani non andrebbe bene, ed addirittura (potrebbe essere fantapolitica, ma non si sa mai) far nascere quel Governo antiberlusconiano (con a capo Draghi o Montezemolo, e la maggioranza che andrebbe dai finiani all’Italia dei Valori) capace di portare a casa le famigerate Riforme. Una riforma che rischia di essere bloccata è quella che consente di prolungare la stagione venatoria. Come se in questi giorni all’interno del partito non stesse accadendo niente di grave, trenta deputati Pdl (fra cui Fiorella Ceccacci Rubino, Margherita Boniver, Flavia Perina, Fiamma Nirenstein e Pietro Lunardi) hanno scritto una lettera indirizzata a Berlusconi e Cicchitto in cui dissentono dalla norma che prevede l’allungamento della stagione venatoria. Scrivono infatti: “Non intendiamo legittimare con il nostro voto il cedimento politico di alcuni a una piccola lobby di settore e di 750 mila cacciatori. Né, tanto meno, alla loro volontà di sparare indiscriminatamente tutto l'anno e contro qualsiasi specie animale”. Sull’argomento in serata si è svolto un vertice di maggioranza.

Questa lettera significa ancora di più il caos che esiste all’interno del Pdl. Vi ricordate il film “La guerra dei Roses”? Ecco, più o meno il paragone è calzante. Il finale sarà scritto Giovedì dopo la direzione. Forse.

Nicolò Bagnoli

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venerdì 16 aprile 2010

Quanto vale il partito di Fini?

Attenzione. E’ proprio il caso di dirlo perché, quando tutto sembrava tranquillo, ecco che arriva la bufera. Ma davvero Fini farà un gruppo autonomo? Ed un suo partito quanto varrebbe in termini elettorali?

Il partito di Fini andrebbe dal 4% all’8%. Di media, avrebbe il 6%. A farne le spese ovviamente il Pdl, che dal 33,1% (dati dell’ultimo nostro studio, pubblicato qui ieri) oscillerebbe fra il 25% ed il 29%, arrivando addirittura a compromettere (cosa impensabile fino a poco tempo fa) la sua leadership come primo partito italiano: il Pd è infatti al 27,5%.

Il famoso detto popolare recita: “Tra i due litiganti il terzo gode”. Il ruolo del terzo è ovviamente della Lega Nord, che potrebbe raggiungere il 14% dei voti, record assoluto per il partito di Bossi. Il partito di Fini andrebbe forte nel Sud, soprattutto nel Lazio, in questa regione potrebbe superare il 10%. Se però Fini rimanesse nel CentroDestra, per l’attuale maggioranza non ci sarebbe nessun problema: in caso di elezioni vincerebbe sempre con quasi 7 punti di vantaggio, perché il passaggio di voti sarebbe solo interno alla coalizione.

Ma se Fini facesse l’ormai famosa “Coalizione Nazionale” con Casini e Rutelli? In questo caso si ripeterebbe la situazione del 1994, dove si presentarono il Polo per le Libertà e BuonGoverno, il Patto per l’Italia (Martinazzoli e Segni) ed i Progressisti. In una cosa a 3 coalizioni, vincerebbe (come accadde nel 1994) sempre il CentroDestra, ma sarebbe avanti di un solo punto percentuale (41 a 40). Il Centro di Fini Casini e Rutelli sarebbe sul 13%.

Ovviamente sono solo simulazioni, studi, ma si sa che in politica vale bene la famosa enunciazione di Eraclito: tutto scorre.

Nicolò Bagnoli

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