martedì 16 novembre 2010

Donne e politica USA - II parte


Negli anni '80 furono quattro le donne che caratterizzarono il mondo della politica statunitense: la first lady Nancy Reagan, la first lady più influente dai tempi di Eleanor Roosvelt, Sandra O'Connor, la prima donna ad essere nominata giudice alla Corte Suprema, Jeanne Kirkpatrick, una delle prime intellettuali neo-conservatrici di spicco e Geraldine Ferraro, prima donna ad essere scelta come candidata vice-presidente per uno dei due maggiori partiti. Nancy Reagan è ricordata per la sua influenza sulla politca estera di Reagan e per le sue campagne contro la droga. Sandra O' Connor è per l'appunto la prima donna ad essere nominata alla Corte Suprema. Venne nominata nel 1981 e lasciò al corte 25 anni dopo nel 2006. Se all'inizio la sua nomina venne malvista dagli ambienti liberal, più avanti Sandra O'Connor diede parecchie delusioni ai conservatori. Durante il suo mandato infatti la O'Connor spesso votò con l'ala liberal della corte, anche se la maggiora parte della sue decisioni rimasero in linea con i conservatori. La più grande delusione riservata dalla O'Connor ai conservatori fu durante il caso "Planned parenthood of Pennsylvania vs. Casey" del 1992. Quella causa infatti avrebbe potuto rovesciare la "Roe vs. Wade" la sentenza che legalizzò l'aborto nel 1973. La Corte si spaccò in due tra conservatori e liberal e toccò alla O'Connor giocare lo scomodissimo ruolo di voto decisivo. Alla fine Sandra riuscì ad arrivare ad un compromesso che preservò l'impianto di "Roe vs. Wade" ma consentì ai singoli stati di imporre alcune restrizioni, compromesso che non soddisfava ne i conservatori ne i liberal ma che alla fine venne "digerito". Jeanne Kirkpatrick fu uno dei più influenti personaggi dell'amministrazione Reagan ed ambasciatrice americana alle Nazioni Unite dal 1981 al 1985. Come molti intellettuali neo-con la Kirkpatrick proveniva dalla sinistra radicale e contribuì al cambiamento dell'approccio alla politica estera dei repubblicani, passando dal tradizionale isolazionismo conservatore all'interventismo neo-conoservatore. Il quarto nome menzionato degli anni '80 è quello di Geraldine Ferraro. La rappresentante di New York nel 1984 fu la prima donna ad essere scelta come candidata vice-presidente per uno dei due maggiori partiti. Fece da compagna di corsa del candidato democratico Walter Mondale. Il risultato del ticket Mondale-Ferraro fu però disastroso. Reagan travolse il ticket democratico vincendo in 49 stati su 50, battendo Geraldine pure in casa sua, a New York. Dopo la disfatta, disfatta di cui oggettivamente Geraldine non era responsabile, la Ferraro sparì dalla politica nazionale. Tentò per due volte di candidarsi al posto di senatrice di New York, ma in ambo i casi perse le primarie democratiche. Se Geraldine Ferraro è stata effettivamente una meteora, la sua candidatura è stata comunque storica. Il pessimo esito del ticket Mondale-Ferraro però fu tale da fare in modo che ci vollero una quindicina d'anni prima che qualcuno si azzardasse anche solo a parlare di una donna nel ticket presidenziale. Sempre negli anni '80 andò affermandosi il fenomeno del "gender gap". Fino agli anni '80 donne ed uomini votavano allo stesso modo, ma dagli anni '80 in poi le donne cominciarono a guardare sempre più in direzione del partito democratico, ritenuto più vicino all'elettorato femminile su temi come l'aborto e lo stato sociale. Negli anni '90, nonostante il ricordo del fiasco della Ferraro fosse ancora forte, le donne riuscirono a fare il "grande salto". Nel 1992 quattro donne vennero elette al senato nella stessa serata, mai così tante prima d'allora. Il numero delle donne al Campidoglio era sempre stato piuttosto scarso, mai più di due-tre. Nel 1992 divennero di colpo sette e nel giro di pochi anni superarono per la prima volta la soglia piscologica delle 10 senatrici. La presidenza di Bill Clinton fu molto attenta al ruolo delle donne. La first lady Hillary ebbe un ruolo di primo piano nella presidenza del marito che nominò anche la seconda donna alla Corte Suprema, Ruth Ginsburg, la prima donna segretario di stato, Madeleine Albright, e la prima donna ministro della giustizia, Janet Reno. Particolarmente importante il ruolo della Albright nei conflitti balcanici. Inoltre Madeleine Albright occupò il ruolo più importante mai ricoperto da una donna. Il ruolo di segretario di stato è infatti la quinta carica dello stato dopo: presidente; vice-presidente; presidente della camera e presidente pro-tempore del senato, e Madeleine era la prima donna ad arrivare così vicina al ruolo di presidente. Durante la campagna elettorale del 2000, che vide contrapposti Al Gore e George Bush junior, furono diverse le donne che vennero indicate come potenziali candidate vice-presidente, e parecchie furono le pressioni di media e gruppi femminili perché i due candidati scegliessero una donna come loro compagna di corsa. Al Gore mise nella sua lista dei potenziali vice la governatrice del New Hampshire, Jeanne Shaeen, ma poi optò per il senatore del Connecticut Joe Liebermann, scelta che Gore rimpiangerà per tutta la vita visto che perse il New Hampshire, e di conseguenza la Casa Bianca, per una manciata di voti. Furono invece tre le donne che vennero seriamente prese in considerazione da Bush junior: la governatrice del New Jersey, Christine Whitman, la scrittirice Lynn Cheney e l'ex ministro e moglie del candidato presidente nel '96 Bob Dole, Elizabeth Dole. Proprio Lizzie Dole, grazie alla sua grande esperienza (due volte ministro e presidente della Croce Rossa) era indicata da molti come la favorita per il ruolo di vice di Bush junior, che però optò per Dick Cheney. Anche nel 2004 ci furono grosse pressioni sul democratico John Kerry perché scegliesse una donna come vice. Tre le donne che seriamente vennero prese in considerazione dal senatore del Massachusetts come vice. L'ex First Lady Hillary Clinton, nel frattempo divenuta senatrice di New York, la governatrice del Kansas, Kathleen Sebelius e la senatrice della Louisiana, Mary Landrieu. Tutte e tre candidate gradite ad un elettorato moderato e, soprattuto Sebelius e Landrieu, in grado di parlare ad un elettorato conservatore e rassicurare l'elettorato da un candidato proveniente dal più liberal degli stati. Anche stavolta però non se ne fece nulla, e Kerry preferì optare per il senatore della Carolina del Nord, John Edwards. George Bush nel corso della sua amministrazione compì una scelta storica, nominando nel 2004 come segretario di stato Condoleeza Rice, seconda donna a raggiungere questa carica e prima donna di colore ad arrivare così in alto nella gerarchia statunitense, anche se il mandato della Rice al dipartimento di stato non è stato particolarmente foriero di successi e la stessa Rice, a lungo descritta come "la donna più potente del pianeta" non è stata poi così influente sulla presidenza Bush. Nel 2006 venne raggiunto un altro traguardo, a seguito della vittoria democratica alle elezioni di metà mandato, l'italo-americana Nancy Pelosi divenne la prima donna ad occupare la poltrona di presidente della camera, terza carica federale dell'ordinamento statunitense. La Pelosi nei quattro anni passati sullo scranno più alto di Capitol Hill ha fortemente politicizzato il ruolo dello "speaker", divenendo prima la "voce ufficiale" dell'opposizione a George Bush, e poi dettando buona parte dell'agenda del primo biennio di Barack Obama alla Casa Bianca, e per questo è da molti descritta come la donna più influente della storia americana.

Giovanni Rettore
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