venerdì 30 aprile 2010

Ma “manipulite” era il nome di un sapone?


A vent’anni da Manipulite-Tangentopoli poco è cambiato.
I nomi, quelli si. Non tutti, naturalmente, ma moltissimi. E d’altronde, col senno di poi, non possiamo non scoprire che chi ci ha giovato di più sono stati i politici dell’allora serie cadetta, o i portaborse, o quelli meno scaltri e meno furbi che non erano riusciti, per una banalissima incapacità, forse, o fellonia, ad approfittarne quando lo facevano tutti. Oltre, naturalmente, a quelli che non potevano farlo per motivi anagrafici. I “rampolli”, li chiamano.
Avevano 15 anni, all’epoca di manipulite. Ma le idee chiare. Non loro forse, ma i loro papà.
Ora sono tutti li, ma proprio tutti. E se il palcoscenico della politica prima ci risparmiava, perlomeno, dal disastro delle spogliarelliste, ora nemmeno quello.
Io le vedevo già quando avevo 20 anni le “simple girls” in parlamento. In mezzo ai vecchietti tutti in giacca e cravatta, e qualcuno meno vecchio con un pisello grosso così. Ma si trattava di qualche simpatica e irriverente pellicola porno. Era un film. Nei film, generalmente, chi interpreta un assassino o un ladro è un attore, talvolta stimatissimo. In quella pellicola il sesso era autentico (anni dopo ci si accorge che in fondo nemmeno quello è vero…), ma almeno i parlamentari erano falsi.
Oggi invece qualcosa non torna nella realtà. Non solo nelle Camere.
Ho sentito parlare Iva Zanicchi, europarlamentare, qualche tempo fa. A me non piace sentirla cantare. Però posso assicurarvi senza alcun ragionevole dubbio che sentirla parlare è stato peggio. E allora ho pensato cosa ci fa a Bruxelles? Cosa deve dire e a chi? Poi qualcuno mi ha detto che non ci va mai,
e ho tirato un sospiro di sollievo...
A vent’anni da Manipulite-Tangentopoli poco è cambiato.
Ma cosa diavolo avrebbe dovuto cambiare? Non sono, non siamo forse gli stessi zucconi di allora ad andare al voto.
Mi consolo pensando a mio figlio, a quando lui esisterà, a quando sarà grande.
Non che mi illuda che qualcosa cambi, fino ad allora. No. Semplicemente non si scandalizzerà più, come già oggi non si scandalizza questa massa di italiani pecoroni che, sotto la semplice, desolante, svilente scusa dei contenuti del palinsesto televisivo, ignora la storia di questo paese, ma conosce a menadito quella di Fabrizio Corona.

Stefano Calò
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mercoledì 28 aprile 2010

L'inverno dello spirito


Giorni fa mi è tornata alla mente una frase di Marguerite Yourcenar (tratta dal suo “Memorie di Adriano”) che io avevo letto in una stanza della Segreteria del Politecnico di Bari la mattina stessa in cui mi sono laureato: “fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire”.
L’impatto di quella frase, casualmente letta nel giorno della mia laurea, fu devastante (prova ne sia il fatto che ne ricordo a memoria l’esatta sequenza delle parole): mi trovavo in altre parole ad essere messo in immediato confronto con la realtà che da li a poco avrei sperimentato, una volta tornato nel mio paese, circa la differenza fra il sogno di un giovane voglioso di cambiare il mondo e le reali prospettive (invero quasi inesistenti) di questo cambiamento.
Quelle parole risuonavano, e risuonano, nella mia testa. Io dovevo comprendere che conoscenze (scientifiche, nel mio caso) pur avanzatissime poco potevano nell’esigenza, quotidiana e vitale, di “edificazione dello spirito” se, appunto, non ben supportate da una solida base di valori umani, morali ed etici. E io lo comprendevo proprio in quel giorno, in quel momento in cui un giovane crede, forse un po’ superbamente, di passare dalla parte di quelli che sognano il cambiamento alla parte di quelli che lo realizzeranno.
L’inverno dello spirito lo conobbi qualche anno dopo. E credo, in fondo, che sia coinciso con gli anni della mia esperienza politica e amministrativa. Non già per il difficile compito dell’amministrare, che pure mi ha scombussolato. Quanto per la comprensione, costante, continua, che in fondo il genere umano percorre una strada che non ammette percorsi alternativi. Forse popoli diversi per locazione spaziale e/o temporale hanno raggiunto livelli più o meno “validi” di civiltà. Forse sono ancora vere le riflessioni di Rousseau sulla nativa intima bontà dell’essere umano. Ma credere che ci possa essere un serio
e significativo innalzamento del livello morale dell’umanità considerata nella sua completezza mi sembra un sogno ben lontano, e forse anche un tantinoinnaturale. Ne’ valgono i salutari sussulti di energia pulita al ricordo di persone che hanno dato la vita per i valori nei quali credevano (penso, che ne so, a Salvador Allende, a Martin Luther King, a Stefan Bantu Biko, e per fortuna l’elenco è ben lungo…), se per ogni buono si contano 3 non buoni, 10 cattivi e 100 che hanno dimenticato che bisogna ritrovare il coraggio di scandalizzarsi!
L’inverno dello spirito lo sento acuirsi oggi.
È l’inverno dei messaggi di qualunquismo mediatico, è l’inverno del nichilismo giovanile, è l’inverno di uomini di governo scarsi come pecore. È l’inverno della prevaricazione dell’avere sull’essere.
Ma soprattutto è l’inverno della svendita dei valori come della primogenitura per un piatto di lenticchie.

Stefano Calò
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martedì 27 aprile 2010

Le nuove stelle della politica italiana - Beatrice Lorenzin


Capigliatura bionda e liscia, volto simpatico, look moderno e variopinto. E’ lei uno dei volti di punta della classe dirigente del Pdl. Le cronache narrano che a folgorare Silvio Berlusconi sia stata una partecipazione a Ballarò, durante la quale gli vennero dati preziosi suggerimenti all’orecchio. Rimasto incantato da cotanta bellezza e competenza, l’allora leader di Forza Italia la volle a tutti costi ai vertici del partito in Lazio. Protagonista dell’inedito retroscena è Beatrice Lorenzin. Ma per amici ed estimatori è semplicemente Bea. Nata nel 1971 a Roma, la grintosa Beatrice inizia il suo avvicinamento alla politica nel 1996 quando aderisce al movimento giovanile di Forza Italia nel Lazio. Ed è proprio in questo frangente che la allora venticinquenne romana si fa le ossa fra volantinaggi ed iniziative politiche di ogni tipo per diffondere il più possibile il verbo berlusconiano. La lunga gavetta consente all’arrembante Bea di entrare nel mondo della politica a testa alta. La sua prima avventura elettorale risale al 1997, quando riesce a centrare l’elezione al XIII municipio di Roma, diventando consigliere circoscrizionale nella lista di Forza Italia. Nonostante la sua giovane età, l’esponente forzista viene notata da Silvio Berlusconi, che le assegna senza indugi la guida regionale del movimento giovanile azzurro, che conta 15mila iscritti e oltre cento eletti negli enti locali. Un’esperienza dura ma entusiasmante che costituisce il lasciapassare verso nuovi ma ancora più ambiziosi traguardi. Nel 2001 si candida al consiglio comunale di Roma. L’impresa non è delle più semplici. Oltre alla giovane età, in gara ci sono pezzi da novanta e signori dei voti in entrambi gli schieramenti. Ma l’astro nascente del centrodestra non è donna da farsi intimorire da sfide al fulmicotone e viene premiata dall’elettorato che la manda dritta dritta in Campidoglio, dove è l’unica donna eletta nelle fila del centrodestra. Grazie all’importante risultato raggiunto, guadagna l’appellativo di “tigre del Campidoglio”. Vicepresidente della commissione Donne elette, diventa inoltre vicepresidente del gruppo consiliare di Forza Italia. Fra le più presenti in aula, la futura coordinatrice regionale del movimento azzurro si segnala per l’attivismo e la prontezza dimostrati nel passare ai raggi x ed attaccare nel merito i provvedimenti della giunta Veltroni. Passione e competenza sono le carte vincenti per la tigre del Campidoglio, che viene notata dai vertici nazionali. Nel 2004 è a capo della segreteria tecnica di Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri per l’informazione e l’editoria nel III governo Berlusconi. Nel maggio del 2005 giunge la nomina a coordinatore regionale di Forza Italia per il Lazio mentre dal 2006 al 2008 ricopre il ruolo di coordinatore nazionale di Forza Italia giovani. A questo punto non può mancare il grande salto in Parlamento che arriva con le elezioni del 2008, nelle quali guadagna uno scranno a Montecitorio. Fra i punti qualificanti dell’attività parlamentare, va segnalata la presentazione di una proposta di legge finalizzata all’introduzione del reato d’istigazione al ricorso a pratiche alimentari idonee a provocare l’anoressia. L’esponente del Pdl è inoltre la fondatrice dell’intergruppo parlamentare 2.0 che ha l’obiettivo di definire soluzioni e regole condivise sui temi più significativi del web come la libertà di espressione, la privacy, l’identità in rete e il diritto d’autore. Componente della commissione Affari costituzionali e della commissione parlamentare per l’infanzia, l’onorevole Lorenzin ricopre inoltre la carica di vice responsabile del settore Pari opportunità del Pdl. Un incarico particolarmente sentito, testimoniato dalle numerose battaglie volte a favorire la presenza femminile nelle sedi istituzionali e politiche italiane ma anche continentali :“Abbiamo bisogno di donne nelle istituzioni continentali. Solo così potremo colmare il nostro deficit di rappresentanza a Bruxelles”. Paladina del “woman power”, l’astro nascente del Pdl non ha mai lesinato accuse alla visione maschilista dominante ancora oggi nel nostro Paese :“Mi dispiace non ci sia tutta questa attenzione quando si tratta di giudicare la qualità, lo spessore umano e politico degli uomini candidati. Questo tipo di atteggiamento è purtroppo frutto di quel pregiudizio figlio di una cultura maschilista di cui si fanno spesso paladine proprio le donne e che fa, e ha fatto, tanto male alla causa femminile. Donne che si scagliano contro altre donne, una guerra fra poveri che ha come sola ed unica vittima la nostra credibilità e la capacità di fare squadra per la conquista dei luoghi decisionali. Vorrei per il mio genere almeno pari opportunità di partenza : che le donne siano giudicate per quello che fanno e per come si muovono in politica, quando scendono in campo e in base alle loro proposte”. Battuta sempre pronta, umorismo tipicamente romano, fra le armi vincenti dell’esponente pdiellina c’è innanzitutto una forte dose d’ironia :“Dove sta scritto che bisogna essere brutta per esprimere un pensiero?” ha sentenziato recentemente fra il serio e il faceto. Da ultimo è stata nominata portavoce di Renata Polverini nella corsa per la conquista della giunta regionale del Lazio. Piazze, appuntamenti televisivi, incontri elettorali. Per tre mesi è stata l’ombra dell’aspirante presidente del Pdl. Una battaglia lunga e faticosa, coronata tuttavia da un insperato successo. Centrato l’obiettivo, ora la tigre del Campidoglio è pronta a lanciarsi verso nuovi, importanti traguardi.

Al
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lunedì 26 aprile 2010

Composizione del Senato secondo la Bozza Bagnoli-De Donatis - Riepilogo Nazionale

Pdl 59 seggi
Pd 48 seggi
Idv 16 seggi
Ln 15 seggi
Udc 10 seggi
Com 3 seggi
Sel 2 seggi
Mpa 2 seggi
M5S 1 seggio
Api 1 seggio
Vari 8 seggi
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domenica 25 aprile 2010

ADRO COME JEDWABNE

Vi racconto una triste storia in poche parole. Siamo a Jedwabne, in Polonia,
nel 1941. In un giorno di luglio, metà dei suoi cittadini ammazza l’altra metà.
Circa 1.600 persone. A pensarci bene potrei fermarmi qui: alcuni drammi della
storia dell’umanità hanno una dimensione così elevata e incomprensibile che non
esistono parole per descrivere. Ma poiché “se comprendere è impossibile,
conoscere è necessario” (P. Levi), sulla vicenda di Jedwabne l’ottimo prof. Jan
T. Gross ci regala “I carnefici della porta accanto”, uno dei libri più
singolari dell’intera bibliografia sulla Shoah. Un libro che ci racconta la
storia da un altro punto di vista. La storia di uomini che ammazzano nella
pubblica piazza altri uomini che fino al giorno prima erano stati amici d’
infanzia, medici di fiducia, giornalai, fornai, postini della loro stessa
cittadina. Voi direte: “ma è assurdo. Insomma, vabbè, capisco la guerra, ma il
mio medico di fiducia, se anche fosse un marziano, ma insomma, voglio dire, lo
conosco da sempre. Piuttosto lo aiuto! Metto a rischio la mia vita, se sono
coraggioso, ma lo aiuto, mica lo ammazzo!”
A Jedwabne questo non è avvenuto.
E ora vi chiedo e mi chiedo. E se mio figlio (io in realtà non ne ho mai
avuti, fino ad ora) fosse stato in quella scuola di Adro?
Perché, vedete, la vicenda di Adro non è solo assurda per noi grandi. La
vicenda di Adro è terribilmente maledettamente dannosa dal punto di vista
educativo per i piccoli. Se mio figlio fosse stato in quella scuola io avrei
fermato il mondo, in quel giorno. Avrei spento la tv, avrei chiuso il mio bel
profumato e lindo studio tecnico e avrei portato il mio bambino con me in giro
per il paese a incontrare tutti gli attori della vicenda e tutti i genitori
degli altri bimbi per gridare con forza (e con garbo, perché quando ci sono di
mezzo i bambini deve regnare il buon senso) che quanto avvenuto quella mattina
era stata la più grave ingiustizia del mondo!
Io ho deciso di insegnare a mio figlio determinati valori e non permetto e mai
permetterò che qualcun altro si arroghi il diritto di insegnargli l’
intolleranza. Quando sarà grande gli insegnerò anche che la storia contiene
delle cose molto gravi, e il livello del suo inorridire di fronte al dramma di
Jedwabne mi darà la misura di quanto avrò fatto bene il mio lavoro di padre.
Oggi lui non esiste, quindi posso far poco, in realtà. Però potrei cominciare
regalando un bel libro al Sindaco di Adro.

Stefano Calò
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Composizione del Senato secondo la Bozza Bagnoli-De Donatis - II parte

Toscana - elezioni nel 2010 - 9 seggi

Pd - 4 seggi
Pdl - 2 seggi
Ln - 1 seggio
Idv - 1 seggio
Com - 1 seggio

Puglia - elezioni nel 2010 - 9 seggi

Pdl - 4 seggi
Pd - 2 seggi
Sel - 1 seggio
Idv - 1 seggio
Udc - 1 seggio

Emilia Romagna - elezioni nel 2010 - 9 seggi

Pd - 4 seggi
Pdl - 2 seggi
Ln - 1 seggio
Idv - 1 seggio
M5S - 1 seggio

Piemonte - elezioni nel 2010 - 9 seggi

Pdl - 3 seggi
Pd - 3 seggi
Ln - 2 seggi
Idv - 1 seggio

Veneto - elezioni nel 2010 - 9 seggi

Ln - 4 seggi
Pdl - 2 seggi
Pd - 2 seggi
Idv - 1 seggio

Sicilia - elezioni nel 2008 - 9 seggi

Pdl - 4 seggi
Pd - 2 seggi
Mpa - 1 seggio
Udc- 1 seggio
Sel - 1 seggio

Lazio - elezioni nel 2010 - 9 seggi

Pdl - 4 seggi
Pd - 3 seggi
Idv - 1 seggio
Udc - 1 seggio

Campania- elezioni nel 2010 - 9 seggi

Pdl - 4 seggi
Pd - 2 seggi
Udc - 1 seggio
Mpa - 1 seggio
Idv - 1 seggio

Lombardia - elezioni nel 2010 - 11 seggi

Pdl - 4 seggi
Ln - 3 seggi
Pd - 3 seggi
Idv - 1 seggio

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sabato 24 aprile 2010

Composizione del Senato secondo la Bozza Bagnoli-De Donatis - I parte

Questo lavoro è poco più che un gioco e non proprio scientifico visto che le elezioni regionali non si sono disputate tutte contemporaneamente. Visto però che negli ultimi anni la situazione politica è rimasta pressochè stabile, crediamo che questa analisi possa essere abbastanza fedele

Valle D'Aosta - elezioni nel 2008 - 6 seggi

Union Valdôtaine - 2 seggi
VDA - 1 seggio
Stella Alpina - 1 seggio
Pdl - 1 seggio
Pd - 1 seggio

Molise - elezioni nel 2006 - 6 seggi

Pdl - 3 seggi
Pd - 1 seggio
Idv - 1 seggio
Udc - 1 seggio

Basilicata - elezioni nel 2010 - 6 seggi

Pdl - 2 seggi
Pd - 2 seggi
Idv - 1 seggio
Udc - 1 seggio

Umbria - elezioni nel 2010 - 8 seggi

Pdl - 3 seggi
Pd - 3 seggi
Idv - 1 seggio
Com - 1 seggio

Trentino Alto Adige - elezioni nel 2008 - 8 seggi

SVP - 2 seggi
Pdl - 2 seggi
Pd - 2 seggi
DIE - 1 seggio
UPT (Api) - 1 seggio

Friuli Venezia Giulia - elezioni nel 2008 - 8 seggi

Pd - 3 seggi
Pdl - 2 seggi
Udc - 1 seggio
Com - 1 seggio
Ln - 1 seggio

Abruzzo - elezioni nel 2008 - 8 seggi

Pdl - 4 seggi
Pd - 2 seggi
Udc - 1 seggio
Idv - 1 seggio

Marche - elezioni nel 2010 - 8 seggi

Pdl - 3 seggi
Pd - 3 seggi
Ln - 1 seggio
Idv - 1 seggio

Liguria - elezioni nel 2010 - 8 seggi

Pdl - 3 seggi
Pd - 3 seggi
Idv - 1 seggi0
Ln - 1 seggi0

Sardegna - elezioni nel 2008 - 8 seggi

Pdl - 3 seggi
Pd - 2 seggi
Riformatori - 1 seggio
Udc - 1 seggio
Idv - 1 seggio

Calabria - elezioni nel 2008 - 8 seggi

Pdl - 4 seggi
Pd - 2 seggi
Udc - 1 seggio
Idv -1 seggio

Domani la seconda parte!
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venerdì 23 aprile 2010

Legge elettorale: BOZZA BAGNOLI-DE DONATIS

Riduzione del numero dei parlamentari: 330 per la Camera, 165 per il Senato delle Regioni. Ritorno alla possibilità di scegliere i candidati attraverso le preferenze. Elezioni Politiche e Regionali nello stesso anno, due anni dopo le Europee. La Camera è eletta con un sistema simile a quello delle odierne elezioni Regionali. Vince il candidato Presidente che prende più voti, quindi no al doppio turno anche se non si raggiunge il 50%. Soglia di sbarramento al 4% sia per i partiti che si presentano da soli, sia per quelli interni a coalizione. Istituzione del premio di maggioranza (175 deputati) per garantire governabilità. Territorio italiano diviso in 165 circoscrizioni di popolazione omogenea. Ogni circoscrizione farà eleggere due parlamentari, scelti con il proporzionale a livello macroregionale (Nord-ovest, Nord-est, Centro, Sud, Isole). Ad eleggere propri esponenti saranno tutti i partiti che raggiungeranno il 4% a livello nazionale. In ogni macro-regione ogni partito eleggerà i propri rappresentanti nelle circoscrizioni in cui quel partito ha preso più voti. Disincentivi economici per chi cambia gruppo in parlamento. Il Presidente del Consiglio sarà eletto direttamente dal popolo (appunto come le odierne regionali). Possibilità di voto solo al Presidente o di voto disgiunto. Il premio di maggioranza è dato in base al candidato vincente. Se il Presidente non riceve più la fiducia dalla Camera si ritorna al voto.
Il Senato non dovrà dare nessuna fiducia al Presidente e quindi durerà comunque 5 anni anche se la Camera si dovesse sciogliere.
Non c’è una vera e propria elezione per il Senato, dato che si voterà per le Regionali ed in base al loro risultato verranno eletti esponenti di ogni regione che andranno a costituire appunto il senato delle regioni che si occuperà di temi diversi da quelli della Camera, legati alle regioni. Gli esponenti saranno 11 per la Lombardia, 9 per le 8 regioni più popolose(Campania, Lazio, Sicilia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Puglia e Toscana), 8 per le successive 8 (Calabria, Sardegna, Liguria, Marche, Abruzzo, Friuli, TAA, Umbria), 6 per le 3 più piccole (VDA, Molise e Basilicata). Seggi da attribuire con il proporzionale, al quale parteciperanno solo i partiti che superano il 5% su scala regionale.

P.S: visti i numerosi commenti, vorrei far notare che questa è solo una prima bozza. Perciò criticate pure, le critiche sono sempre costruttive e questa bozza evolverà nel tempo anche grazie al vostro contributo, ma non vorrei che pensaste che in poche righe si possa rivoluzionare il mondo!
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mercoledì 21 aprile 2010

Le mosse di Fini

Alla fine decide di rimanere. Ma non in silenzio: organizza infatti la corrente minoritaria nel Pdl, sempre se gli sarà possibile.
E’ questa la scelta che ha fatto Gianfranco Fini nella riunione di ieri mattina, dove ha raccolto i suoi fedelissimi (una quarantina, fra gli altri Baldassarri, Siliquini, Laboccetta, Menia, Barbareschi, Tremaglia, Granata, Napoli, Bocchino, Ronchi, Paglia, Urso) e ha aspramente criticato il Popolo della Libertà: “Dev’essere un partito libero, non nato dal Predellino. Visto il rapporto privilegiato con la Lega, ha scarsa attenzione alla coesione sociale del Paese”. Precisa: “Non penso a scissioni o a elezioni e non cerco poltrone: ma non ho intenzione di stare zitto e farmi da parte".
Quindi, addio ai gruppi autonomi, e spazio alla corrente di minoranza con Fini leader. L’appuntamento di ieri era a porte chiuse, ma in spirito era presente tutto il mondo politico. Fini inizia dicendo “Ci sono dei momenti in cui bisogna guardarsi allo specchio", “Bisogna essere disposti a rischiare per le proprie idee. Questo è il momento. Questa è una fase complicata, non ce la facevo più a porre sempre le stesse questioni a Berlusconi". Le questioni a cui fa riferimento Fini sono molteplici: l’assenza di “proposte precise sulle riforme”, al rapporto con la Lega (definita da lui “un alleato importante ma non il dominus della coalizione”) ai contrasti “solo politici” con Tremonti ed al disagio di stare in un partito che è d’accordo con Berlusconi quando dice che i libri di Saviano fanno propaganda alla mafia: “Come si fa a essere d'accordo?. Nessuno nega che Berlusconi sia vittima di accanimento giudiziario, ma a volte dice delle cose sulle quali è difficile convenire...".

Si scuce di dosso il ruolo del cospiratore ("Non credo di avere attentato al partito o al governo dicendo che su alcuni temi c'è una distanza politica. Ho posto solo questioni politiche, mai personalistiche, e sempre con spirito costruttivo") e spunta l’obbiettivo sulla direzione del Pdl di giovedì. Se quel giorno ci sarà una pattuglia minoritaria in polemica con la maggioranza significa che ci sarà un confronto aperto. Allora si aprirà una fase nuova. Sempre se non siamo il partito del predellino. Vediamo se Berlusconi accetterà questa minoranza interna, lo spero. Sarà il momento della verità”. Per dare valenza ufficiale a queste parole, vengono messe su un documento firmato da tutti i presenti. Documento che sancisce Fini come rappresentante della componente interna al Pdl, che stoppa ipotesi di elezioni anticipate e scissioni. Ed alla fine il Presidente della Camera non risparmia una stoccata ai suoi ex fedelissimi: “La componente che viene da An sarebbe dovuta restare unita: invece è andata diversamente”.

Fini ha scoperto le carte. Giovedì ci sarà il round decisivo. Chi vincerà?

Nicolò Bagnoli
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martedì 20 aprile 2010

E ora che succede?

La domanda è giusta, pensando al Popolo della Libertà. Immaginiamo Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini come due sposi. Nel 2008 vanno a convivere insieme, a fine Marzo 2009 si sposano, ma dopo un anno si rendono conto di essere separati in casa.

Dunque, che fare? Di sicuro c’è da prendere una decisione definitiva, ma quale? Riappacificazione, del tipo “Sì, abbiamo punti di vista diversi, ma siamo complementari, ci vogliamo bene, il nostro obiettivo è la crescita del Pdl” oppure divorzio ovvero scissione?

E’ chiaro a tutti che i colonnelli storici di Alleanza Nazionale, per esempio Gasparri, La Russa e Matteoli, siano passati sotto l’ala berlusconiana. L’ala romana dell’ex An, da Alemanno alla Polverini passando per Andrea Augello, sono a metà del guado, ma propensi ad evitare divisioni che possono essere gravissime. Ma allora Fini è solo? Per niente, assicurano i suoi: almeno 40 deputati e 20 senatori sono pronti a fare il grande passo, ad andare a vivere da soli, per continuare la metafora matrimoniale. E poco importa se oggi La Russa ha fatto firmare a 18 senatori di area An un documento di fedeltà al Pdl. Il Presidente del Consiglio ha detto che tutto è nelle mani di Fini: come se volesse dire “Io ho fatto il possibile, ora tocca a lui”. E “lui” sarà soddisfatto? Accoglierà bene la pubblica lode che Berlusconi ha riservato oggi a Bossi? Tutte queste domande avranno una risposta entro Giovedì. Si svolgerà la direzione del partito, e ci sarà l’ultimo round fra Silvio e Gianfranco. Come risulta da una simulazione BiDiMedia, un eventuale partito di Fini andrebbe dal 4% all’8%, però al momento avrebbe sui 55 parlamentari che farebbero ballare il Governo su ogni provvedimento che ai finiani non andrebbe bene, ed addirittura (potrebbe essere fantapolitica, ma non si sa mai) far nascere quel Governo antiberlusconiano (con a capo Draghi o Montezemolo, e la maggioranza che andrebbe dai finiani all’Italia dei Valori) capace di portare a casa le famigerate Riforme. Una riforma che rischia di essere bloccata è quella che consente di prolungare la stagione venatoria. Come se in questi giorni all’interno del partito non stesse accadendo niente di grave, trenta deputati Pdl (fra cui Fiorella Ceccacci Rubino, Margherita Boniver, Flavia Perina, Fiamma Nirenstein e Pietro Lunardi) hanno scritto una lettera indirizzata a Berlusconi e Cicchitto in cui dissentono dalla norma che prevede l’allungamento della stagione venatoria. Scrivono infatti: “Non intendiamo legittimare con il nostro voto il cedimento politico di alcuni a una piccola lobby di settore e di 750 mila cacciatori. Né, tanto meno, alla loro volontà di sparare indiscriminatamente tutto l'anno e contro qualsiasi specie animale”. Sull’argomento in serata si è svolto un vertice di maggioranza.

Questa lettera significa ancora di più il caos che esiste all’interno del Pdl. Vi ricordate il film “La guerra dei Roses”? Ecco, più o meno il paragone è calzante. Il finale sarà scritto Giovedì dopo la direzione. Forse.

Nicolò Bagnoli

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lunedì 19 aprile 2010

Le nuove stelle della politica italiana - Debora Serracchiani


“Mai una linea chiara, mai una linea e soprattutto mai una linea unica”. Le dichiarazioni in questione, riferite all’evanescenza programmatica del Partito democratico, non sono l’estratto di un intervento pronunciato da un ministro del Pdl o da un portavoce del governo. A lanciare il sasso nello stagno, non lesinando aspre critiche al proprio partito di riferimento, è una giovane promessa della politica italiana. Teatro del pesante atto d’accusa sferrato ai “senatori” del partito è il palco dell’assemblea nazionale dei circoli democratici, dal quale con non poca emozione si rivolge all’intera classe dirigente, ancora scossa dalle dimissioni del segretario Walter Veltroni. E’ un j’accuse duro e senza sconti quello pronunciato tutto d’un fiato da Debora Serracchiani :“I nostri elettori, per disperazione e per assenza di alternativa, hanno votato e votano Di Pietro che è a capo di un partito fai da te, personale e personalista, che con il centro sinistra non ha nulla a che vedere e il problema non è stato quello di averlo scelto come nostro alleato, ma è stato quello di avergli fatto fare da solo l’opposizione su temi che ci appartengono, come il conflitto di interessi e la questione morale”.
Fortemente preoccupata per un futuro che si presenta a tinte fosche per la sinistra italiana, la giovane pasionaria friulana analizza con lucidità le ragioni delle interminabili divisioni interne che hanno portato alle dimissioni di Veltroni, mettendo sotto accusa l’autoreferenzialità di un partito appena nato ma già avvertito come vecchio dal proprio elettorato di riferimento. “La verità è che, in questi pochi mesi di vita del partito democratico, almeno io ho avuto la netta impressione che l’appartenenza al nuovo partito fosse sentita molto di più dalla base che dai dirigenti. Noi dobbiamo superare i protagonisti e i personalismi – scandisce l’intraprendente segretario cittadino del Pd di Udine - ed avere una nostra politica che sia nuova e se necessario rinnovata. Abbiamo bisogno di una nuova generazione politica che non è solo una questione anagrafica ma è una questione di mentalità, una mentalità che non sia ancorata alla difesa dell’identità ma votata alla costruzione convinta del partito democratico. Una mentalità che è difficile riscontrare, io lo credo, in quelli che per anni hanno vissuto come ad opposte fazioni e che non è detto che esista in coloro che indichiamo come dirigenti solo perché sono giovani o perché sono figli di. Non basta, non basta, ci illudiamo se crediamo che il cambiamento avvenga spontaneamente, noi dobbiamo conquistarlo”.
Nata a Roma il 20 Novembre 1970, la stella nascente del Pd ha vissuto per talmente tanto tempo ad Udine da essere considerata ormai friulana d’adozione. Nella città simbolo del Nordest ingegnoso ed operoso, esercita la professione di avvocato. Ma la sua vera passione è la politica, intesa come servizio per il bene della collettività. L’ascesa del volto acqua e sapone della sinistra italiana inizia dunque dalla seconda municipalità di Udine, dove viene eletta consigliere circoscrizionale. La capacità di dare voce al sentire popolare e l’attenzione ai problemi quotidiani dei cittadini, le consentono di spiccare il volo in consiglio provinciale. Nel 2006, infatti, risulta eletta nel collegio 1 nella lista dei Democratici di sinistra, diventando vice capogruppo e vicepresidente della commissione consiliare Ambiente ed energia. Risale, invece, al Dicembre 2008 l’investitura a segretario comunale del Partito democratico di Udine.
La carriera politica della futura europarlamentare è ad una svolta. Dopo l’intervento pronunciato il 21 Marzo davanti a migliaia di delegati democratici provenienti dalle zone più disparate d’Italia, per Debora è un crescendo. Interviste sui quotidiani, apparizioni televisive, citazioni a raffica. Ad incuriosire esperti e simpatizzanti è soprattutto la sua capacità di andare dritta al cuore dei problemi, evitando inutili giri di parole che tanto piacciono al teatrino della politica. Frangetta sbarazzina, sguardo vispo facilmente incline al sorriso, il “battesimo di fuoco” per l’esponente piddina arriva con le elezioni europee. Il suo è un compito tutt’altro che facile, data l’elevata attenzione mediatica scatenata dalla sua discesa in campo in una competizione così importante. L’aspirante parlamentare europea non delude le aspettative, guadagnando ben 144mila preferenze. E’ un trionfo che va al di là delle attese. Debora “sfonda” nella sua regione, dove supera perfino Silvio Berlusconi.
Membro effettivo della commissione Trasporti e turismo, è inoltre supplente nella commissione Giustizia e libertà civili. Tuttavia nella mente e nel cuore dell’onorevole Serracchiani c’è prima di tutto il suo Friuli, al quale è legatissima. Un rapporto intenso e pieno di reciproci attestati di stima, testimoniato dall’elezione alla carica di segretario regionale del Partito democratico, conseguita alle elezioni primarie del 25 Ottobre 2009. Conquistato lo scranno a Bruxelles, diventa uno dei volti di punta del partito. Nell’ultima settimana l’abbiamo vista a Ballarò e a Tetris, il talk show de La7 condotto da Luca Telese. Fra i punti di forza della parlamentare europea c’è sicuramente il rapporto diretto con gli elettori, a cominciare dal suo blog, dove lascia costantemente messaggi, impressioni ed opinioni inerenti ai suoi impegni riguardanti sia il lavoro fra i banchi dell’Europarlamento che le iniziative messe in piedi dal coordinamento regionale friulano. Ed ora in molti si chiedono se, dopo i vari successi raccolti nella sua breve ma intensa avventura politica, Debora Serracchiani voglia proseguire la scalata verso la segreteria nazionale del Pd. Sarà lei la prima donna a conquistare la leadership di un partito in Italia?

Al
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venerdì 16 aprile 2010

Quanto vale il partito di Fini?

Attenzione. E’ proprio il caso di dirlo perché, quando tutto sembrava tranquillo, ecco che arriva la bufera. Ma davvero Fini farà un gruppo autonomo? Ed un suo partito quanto varrebbe in termini elettorali?

Il partito di Fini andrebbe dal 4% all’8%. Di media, avrebbe il 6%. A farne le spese ovviamente il Pdl, che dal 33,1% (dati dell’ultimo nostro studio, pubblicato qui ieri) oscillerebbe fra il 25% ed il 29%, arrivando addirittura a compromettere (cosa impensabile fino a poco tempo fa) la sua leadership come primo partito italiano: il Pd è infatti al 27,5%.

Il famoso detto popolare recita: “Tra i due litiganti il terzo gode”. Il ruolo del terzo è ovviamente della Lega Nord, che potrebbe raggiungere il 14% dei voti, record assoluto per il partito di Bossi. Il partito di Fini andrebbe forte nel Sud, soprattutto nel Lazio, in questa regione potrebbe superare il 10%. Se però Fini rimanesse nel CentroDestra, per l’attuale maggioranza non ci sarebbe nessun problema: in caso di elezioni vincerebbe sempre con quasi 7 punti di vantaggio, perché il passaggio di voti sarebbe solo interno alla coalizione.

Ma se Fini facesse l’ormai famosa “Coalizione Nazionale” con Casini e Rutelli? In questo caso si ripeterebbe la situazione del 1994, dove si presentarono il Polo per le Libertà e BuonGoverno, il Patto per l’Italia (Martinazzoli e Segni) ed i Progressisti. In una cosa a 3 coalizioni, vincerebbe (come accadde nel 1994) sempre il CentroDestra, ma sarebbe avanti di un solo punto percentuale (41 a 40). Il Centro di Fini Casini e Rutelli sarebbe sul 13%.

Ovviamente sono solo simulazioni, studi, ma si sa che in politica vale bene la famosa enunciazione di Eraclito: tutto scorre.

Nicolò Bagnoli

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giovedì 15 aprile 2010

Elezioni politiche - BiDiMedia

PDL 33,1%
LEGA NORD 11,6%
MPA 0,7%
ALTRI CDX 0,7%
Totale cdx 46,1%

UDC 5,7%
ALLEANZA X L'ITALIA 0,7%
Totale centro 6,4%

PD 27,5%
IDV 7,2%
SEL 2,7%
RAD 1,5%
VERDI 0,7%
PSI 0,6%
Totale Csx 40,2%

FED.SIN. 1,8%

M5S 2,6%

FT - FN 0,6%

LA DESTRA 0,9%


Altri 1,4%

Le coalizioni sono abbastanza arbitrarie. Diversi sondaggi riportano aggregazioni diverse. Noi abbiamo cercato di ricalcare quanto più possibile la situazione attuale. Ma le cose potrebbero evolversi in molti versi: ad esempio La Destra potrebbe essere inserita a breve nell'alleanza di governo, così come l'Api potrebbe rimanere nel centrosinistra. Inoltre bisognerà valutare con molta attenzione il possibile Partito del Sud di orgine siciliana ma che potrebbe crescere in tutto il sud scombussolando le coalizioni. Allo stato attuale il centrosinistra sarebbe a meno 6 punti, non recuperabili aggiungendo il centro per due motivi. I partiti a sinistra (Grillo, Commies ed altri) ruberebbero voti al csx e il centro si è rivelato più tendente al pdl che al pd. In pratica allo stato attuale il centrodestra vincerebbe abbastanza facilmente alla camera, resterebbe da fare i calcoli al senato che potrebbe rischiare una situazione simil-2006.
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lunedì 12 aprile 2010

Le nuove stelle della politica italiana


Iniziamo oggi una proficua collaborazione con Al, grazie al quale faremo un bel viaggio all'interno della politica alla ricerca di nuove leve ed astri nascenti del panorama politico italiano. Troveremo i nuovi Bersani e Berlusconi? Seguiteci e lo scoprirete!



Bella, giovane, elegante ma soprattutto caparbia e determinata. Di chi stiamo parlando? Ma ovviamente di uno degli astri nascenti più quotati nel panorama politico italiano, che finalmente ci offre un’apprezzabile quanto pregevole novità in un quadro politico nazionale a dir poco restio a cambiamenti e innovazioni. In molti avranno avuto già modo di vederla all’opera, impegnata a ribattere colpo sul colpo alle accuse mosse dall’opposizione nei confronti del governo o pronta a sottolineare i meriti dell’azione di governo nei primi due anni del Berlusconi quarto. L’identikit fin qui tracciato porta dritti dritti ad Annamaria Bernini. Un nome che sicuramente, nei prossimi mesi, sentiremo con sempre maggiore frequenza, dato il suo crescente attivismo all’interno del partito di maggioranza relativa, incoraggiato con forza dal presidente del Consiglio in persona. Laureata in Giurisprudenza con specializzazione in modelli extragiudiziali di composizione delle controversie, la parlamentare del Pdl si fa le ossa nella sua amata Bologna come avvocato amministrativista e civilista. Non meno brillante anche la carriera universitaria che la vede salire “in cattedra” in qualità di professore associato di discipline giuridiche nell’ambito del corso in Diritto pubblico comparato presso la facoltà di Economia dell’Università di Bologna. La combattiva esponente pdiellina figura inoltre come incaricato di Diritto dell’arbitrato interno e internazionale e delle procedure alternative per la facoltà di Economia a Bologna. Proprio il suo essere esponente di spicco della società civile, oltre che esperta delle tematiche connesse al diritto civile ed amministrativo, consente al noto avvocato bolognese di farsi notare da Silvio Berlusconi, che la vuole in lista in occasione delle elezioni per il rinnovo del Parlamento nel 2008. E così fra i parlamentari che danno vita ad una delle maggioranze più corpose della storia della Repubblica, c’è anche l’avvocato Bernini, eletta nell’undicesima circoscrizione, ovvero nella sua Emilia Romagna. Dalla data della sua elezione, è tutto un crescendo in termini di produttività parlamentare e visibilità per la neodeputata, la quale entra a far parte della prima commissione di Montecitorio Affari istituzionali e interni. Ma gli incarichi non finiscono certo qui. Seguono, infatti, quelli di componente della giunta per le autorizzazioni, membro del comitato parlamentare per i procedimenti di accusa e della commissione parlamentare per la semplificazione della legislazione. Dal 5 Agosto 2008 entra anche a far parte della commissione giurisdizionale per il personale. Fra gli atti più rilevanti dell’attività parlamentare della vice portavoce nazionale del Pdl va segnalato il provvedimento di legge concernente Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria. Numerose le proposte di legge presentate dall’onorevole Bernini, a partire dall’istituzione del sistema obbligatorio di tracciabilità di filiera dei prodotti. Non si può non menzionare la richiesta, per via legislativa, di istituire la regione Romagna. Un tema destinato a rinfocolare prese di posizione e polemiche a volontà. Ma, al di là dell’intensa attività fra i banchi di Montecitorio, l’astro nascente del Pdl guadagna la ribalta grazie alla nomina di numero due di Capezzone in qualità di voce ufficiale del movimento azzurro. E così l’intrepida Annamaria non lesina interviste e dichiarazioni sui quotidiani e nelle principali edizioni dei tg. E’ l’apoteosi! Le sue fugaci apparizioni fanno la gioia anche di quanti non appoggiano le ragioni del governo. Capelli raccolti in una conturbante coda di cavallo, impeccabili tailleur dalla rifinitura moderna ma ricercata, la portavoce vicaria del Pdl “rapisce” l’attenzione dei telespettatori grazie alla capacità di spaziare senza problemi da un tema all’altro con grazia ed eleganza, mantenendo toni composti che non cedono mai il passo a risse o improperi. Da ultimo va sottolineata la corsa per la conquista della poltrona di governatore della Regione Emilia Romagna. Una sfida ai limiti dell’impossibile in una delle regioni più rosse d’Italia ma la deputata romagnola accetta di buon grado l’investitura arrivata direttamente da Silvio Berlusconi e si impegna, attraverso una capillare campagna elettorale sul territorio, per offrire una reale alternativa di governo rispetto al consolidato potere rosso, che proprio in Emilia Romagna trova uno dei territori più fertili. Nonostante la prevedibile sconfitta, la candidata presidente del centrodestra guadagna sul campo un ruolo di primo piano all’interno dell’organigramma del Popolo della libertà nella sua regione. Record woman del presenzialismo catodico, nell’ultima settimana l’esponente del centrodestra è stata presente in numerosi talk show e contenitori d’informazione, da “Il fatto del giorno” di Monica Setta al Tg4. E c’è da giurare che nelle prossime settimane cresceranno ulteriormente le occasioni in cui potremo ammirare, rapiti ed incantati, lo sguardo intenso e l’eloquio forbito dell’affascinante parlamentare azzurra.

Al
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venerdì 9 aprile 2010

E' come se si stesse per compiere 18 anni. Come se diventassimo maggiorenni, adulti. Cosa faremo da grandi? Siamo nati a metà Febbraio, e in poco più di un mese siamo diventati (grazie al nostro metodo di lavoro) una delle fonti più sicure e precise nelle previsioni elettorali. Abbiamo cominciato una importante collaborazione con ilpolitico.it . E ora? Ed ora vogliamo diventare adulti. Il nostro obiettivo è quello di migliorare il sito, farlo diventare, oltre che ovviamente di studi e previsioni elettorali, un sito pieno di notizie, di opinioni anche di esponenti importanti della politica e del giornalismo. Ed abbiamo bisogno di voi: nuovi collaboratori per far sì che questo progetto diventi realtà. Una voce libera, di questi tempi, è sempre utile. Cerchiamo tutti insieme di creare qualcosa di nuovo ed originale. Abbiamo iniziato molto bene: insieme a voi vogliamo proseguire meglio...

Nicolò Bagnoli e Mauro De Donatis
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giovedì 8 aprile 2010

La classifica degli ippodromi


Questi sono i dati dei sondaggisti ufficiali.
Ed ecco un piccolo confronto con i dati BidiMedia (tra parentesi la posizione di BidiMedia in classifica):

Lombardia: 0,9% (III)
Lazio: 1.1% (II)
Piemonte: 1,6% (V)
Marche: 1,2% (VI)
Veneto: 1% (V)
Umbria: 2,9% (III)
Liguria: 0,4% (III)
Campania: 2,7% (III)
Emilia-Rom. 1,5% (IV)
Puglia: 1% (II)
Toscana: 1,3% (III)
Basilicata: 6,2% (II)
Calabria: 2,9% (I)

Media 13 regioni: 1,9% (I)

Grazie ad una grande costanza ed un errore sostanzialmente basso in tutte le regioni, BiDiMedia si piazza, di poco, avanti a tutti i sondaggisti ufficiali. Speriamo sia la prima di una lunga serie di soddisfazioni!
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mercoledì 7 aprile 2010

Dati BiDiMedia vs Dati Reali : CAMPANIA

CAMPANIA - Dati reali

Stefano CALDORO (CDX+UDC) 54,3 %

Vincenzo DE LUCA (CSX) 43 %
Paolo FERRERO (SX) 1,4 %
Roberto FICO (M5S) 1,3 %

CAMPANIA - Dati BiDiMedia

Stefano CALDORO (CDX+UDC) 50 %
Vincenzo DE LUCA (CSX) 45,9 %
Paolo FERRERO (SX) 2,2 %
Roberto FICO (M5S) 1,9 %

In Campania molti pronosticavano una incredibile rimonta allo sprint finale di De Luca. Molti sondaggi davano il candidato del centrosinistra a solo due punti percentuali da Caldoro o anche meno. Addirittura qualcuno rischiava De Luca in vantaggio. Anche noi ci siamo fatti ingannare, ma in maniera nettamente minore. Davamo Caldoro con un vantaggio di 4 punti contro gli 11 finali. Comunque per noi la vittoria del centrodestra non è mai stata in bilico. Sopravvalutato (al contrario di altre regioni) il candidato grillino. Idem per Ferrero che non va oltre l'1,4%





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martedì 6 aprile 2010

Dati BiDiMedia vs Dati Reali : BASILICATA

BASILICATA - Dati reali

Vito DE FILIPPO (CSX+UDC) 60,8%

Nicola PAGLIUCA (CDX) 27,9 %
Magdi ALLAM (IO AMO LA LUCANIA) 8,7 %
ALTRI 2,6 %

BASILICATA - Dati BiDiMedia

Vito DE FILIPPO (CSX+UDC) 53,8 %
Nicola PAGLIUCA (CDX) 36,7 %
Magdi ALLAM (IO AMO LA LUCANIA) 6,9%
ALTRI 2,6 %

Qui oltre all'indovinare il vincotore abbiamo fatto poco altro. La Basilicata è una regione piccola, ci son stati pochissimi sondaggi. Di conseguenza le dinamiche elettorali non sono state così efficacemente capite. De Filippo, infatti è stato sottovalutato nettamente; in maniera minore Allam. Pagliuca invece passa da un 36,7% previsto ad un 27,9% ottenuto, allargando la forbice da 17 a ben 31 punti.
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