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Quando l’attuale presidente Renzo Tondo lanciò la sua candidatura non trovò nessun ostacolo, non ci fu capo o capetto del centrodestra regionale che provasse a sbarrargli la strada o a sollevare dubbi. Tutti con lui. Aveva un grande carisma? Un programma strepitoso? Erano tutti pentiti per averlo fatto fuori nel 2003 per mettere al suo posto la leghista Alessandra Guerra poi battuta da Riccardo Illy? No. Semplicemente non c’era nessuno a destra che pensasse di vincere le elezioni e visto che si sarebbe perso, tanto valeva accontentare il carnico con una candidatura per poi scordarsi di lui. Ma in una regione la cui specialità è un totem intoccabile irrompono le vicende nazionali: il collasso del centrosinistra e il ritorno di Berlusconi. A dare una mano decisiva al centrodestra arriva l’azzardo del presidente Illy che, convinto di essere più forte di tutte le dinamiche nazionali, impone a una giunta poco convinta l’election day, accorpando le elezioni regionali alle regionali. Da una media di partecipazione al voto per le elezioni regionali del 60% si passò a una dell’80%, portando al voto tanti elettori di destra che alle regionali non avrebbero votato. Così il centrodestra “tutto compreso”del Friuli Venezia Giulia, dalla Lega all’Udc, si ritrovò al governo quasi senza rendersene conto.
Tondo aveva capito benissimo di essere presidente grazie alle dinamiche politiche nazionali, cosicché i primi anni ne fanno il più solerte e ossequioso tra i presidenti di Regione alle direttive di Arcore. I primi anni di governo sono impegnati a demolire il lavoro fatto dal governo precedente: il reddito di cittadinanza, la riforma urbanistica, quella del welfare, l’ordinamento delle società partecipate e altri provvedimenti cadono sotto la furia iconoclasta del centro destra, guidati dal motto: “Più sagre di paese e meno fiere dell’innovazione”. Nel frattempo, un centrosinistra catatonico e un buon risultato alle amministrative del 2009 (molti comuni conquistati e, per la prima volta, il centrodestra governa più amministrazioni comunali del centrosinistra) sembrano segnare una marcia trionfale per il governatore.